Posti in piedi in paradiso
di Carlo Verdone (Italia, 2012)
con Carlo Verdone, Marco Giallini, Pierfrancesco Favino,
Micaela Ramazzotti, Diane Fleri, Maria Luisa De Crescenzo, Nadir Caselli,
Nicoletta Romanoff, Gabriella Germani, Giulia Greco, Roberta Mengozzi
Un vero peccato: un film del tutto privo di senso.
Spiace dirlo ma Verdone è un grande attore, simpaticissimo, eppure ormai da anni non riesce ad indovinare una pellicola – come regista/soggettista/sceneggiatore, intendo.
Due quarantenni e un cinquantenne – tutti separati dalle proprie mogli – hanno gravi problemi di soldi dovuti al mensile che versano più o meno regolarmente alle proprie ex compagne. L’essere cronicamente in bolletta li porterà quasi per caso a vivere insieme, sotto lo stesso tetto, come fossero degli studenti fuorisede, in modo da dividere le spese di alloggio.
Ulisse (Verdone) è un ex produttore musicale di successo, ormai ridotto a bottegaio nostalgico che vende memorabilia rock in un piccolo negozio di dischi. Mite ma triste, sfortunato e deluso, è molto legato a sua figlia, una diciassettenne che ha avuto da sua moglie quando questa era ancora una giovane promessa della scena musicale internazionale.
Fulvio (Favino) è un giornalista che scrive ormai solo di cronaca rosa; un tempo si occupava di argomenti impegnati, ma da quando si è separato non riesce a combinare più niente di buono. Sua moglie lo ha lasciato perché mentre lei era in depressione post-parto lui flirtava per corrispondenza con un’altra donna.
Domenico (Giallini) è un agente immobiliare che vive al di sopra delle proprie possibilità, una specie di viveur coatto e sfigato. Ha diverse famiglie sparse per Roma e parecchi figli, ma questo pare non fermarlo più di tanto. Infatti, nonostante non abbia abbastanza denaro per mantenere i suoi famigliari, spende tutto quello che ha in tasca in scommesse e gioco d’azzardo.
La convivenza, comunque, seppur necessaria al fine di ridurre le spese di affitto dell’appartamento, risulterà tutt’altro che semplice o felice. Fra i tre infatti i dissidi nasceranno subito a causa sia delle ristrettezze economiche, che delle differenze di personalità.
Senza dubbio il personaggio che suscita maggiore simpatia è quello interpretato da Marco Giallini, ossia il più cafone, sfrontato e tamarro.
Quello di Verdone invece mette tristezza, come al solito. Persino le gag ormai si ripetono di anno in anno, di film in film – vedi, ad esempio, gli infortuni del personaggio durante le scene di sesso.
Altra situazione già vista: un padre che si esprime in apprezzamenti volgarissimi verso una donna mentre alle sue spalle arriva sua figlia. Succedeva già in “Gallo Cedrone”, succede anche in “Posti in piedi in Paradiso”.
Il personaggio di Favino non è né carne, né pesce. Quasi inclassificabile. Anzi, dovrebbe risultare viscido e laido – dal momento che approfitta del suo ruolo da giornalista per sedurre una giovane attrice molto svampita – ma non riesce nemmeno a suscitare sdegno nello spettatore. Stessa cosa dicasi per l’epilogo: la fine a cui arriva Fulvio dovrebbe essere mesta, triste e suscitare empatia in chi guarda. Ma il risultato è tutt’altro che raggiunto.
Dolcissima invece Maria Luisa De Crescenzo nei panni della figlia di Ulisse, una bella giovane con capelli chiari, lineamenti morbidi e leggero accento francese.
Accento francese anche per la bella Diane Fleri, che comunque ha solo un paio di scene come moglie stronza di Ulisse.
Micaela Ramazzotti interpreta una giovane e bionda cardiologa con gravi problemi sentimentali; una donna avvenente e indipendente, ma fragile, capace di scoppiare in lacrime al solo pronunciare del termine con cui il suo amante ha troncato la relazione. Il suo ruolo è quello di anima buona – anche se sperduta – che fungerà da boa salvavita per Ulisse.
Piccola parte anche per Gabriella Germani che fa una tizia molesta dall’alito cattivissimo che partecipa ad una festa organizzata dalla dottoressa.
Nicoletta Romanoff è la moglie di Fulvio. Un paio di scene in acido anche per lei.
Nadir Caselli è la giovanissima attrice di fiction televisiva.
Giulia Greco recita la parte di una delle figlie di Domenico (quella con il naso appena rifatto che cerca soldi per pagare il chirurgo).
Questo film non l’ho capito. Forse è un problema mio. Cosa ci vuole dire Verdone? Che la sua è una generazione di falliti? Manifesto di resa generazionale? Mah. Vuole suscitare in noi (spettatori) un moto di compassione per tutti i papà separati/divorziati? Non si sa, non è chiaro. Satira sociale? Non mi pare. E dunque cosa?
Voto globale: 5. Molto meno che sufficiente. Una commedia che non fa ridere. Che brutta cosa.
La scheda di Wikipedia.it, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.