LaConigliettaDiCasa

La coniglietta di casa
(The House Bunny)

di Fred Wolf (USA, 2008)
con Anna Faris, Emma Stone, Kat Dennings,
Hugh Hefner, Colin Hanks, Katharine McPhee,
Rumer Willis, Kiely Williams, Dana Goodman

Commedia americana davvero inutile.
Shelley Darlingson è una giovane orfana carina – ma anche molto ingenua e svampita – che vive nella Playboy Mansion di Hugh Hefner (da cui il titolo del film). Espulsa dalla magione al compimento del suo 28° anno – dopo uno dei classici party edonisti – si trova improvvisamente senza una tetto e senza un senso alla sua vita, che sino ad allora era ruotata tutta intorno ad essere la preferita del patron e ad apparire nei paginoni centrali (centerfold) del noto magazine.
Vivere da clochard in un’auto non fa per lei, per cui un bel giorno, dopo essere stata anche una notte in prigione, capita in un campus universitario e per circostanze pressoché fortuite si trova ad essere accolta da una sorority, ossia da uno di quei club esclusivi per studentesse. Anzi ne diventa immediatamente la direttrice. Il problema è che questa associazione aggrega e annovera le ragazze più sfigate di tutto il campus e peraltro, a causa di un bassissimo tasso di iscrizioni, sta per perdere il diritto di alloggiare nella propria storica residenza.
La permanenza di Shelley nel club servirà da una parte a trasformare le sue nuove amiche in personaggi più sicuri di sé, più presentabili, più popolari e meno sfigati meno sfigati all’interno dell’Università e, dall’altra, a trasformare contemporaneamente se stessa in una persona meno superficiale. Come a dire che alla fine l’oca giuliva imparerà che, oltre al bell’aspetto, c’è anche qualcos’altro nella vita.
Il trailer italiano, in questo senso, è altamente discalico: «A volte aiutare gli amici è il modo migliore di aiutare se stessi».

Insomma la morale è che non bisogna escludere o mettere ai margini della comunità le persone meno fortunate di noi, né giudicare malissimo quelle che fanno sempre e solo attenzione al bell’aspetto, alle apparenze o al formalismo. Altrimenti detto: anche i belli hanno un cuore e anche gli sfigati tutto sommato possono trovare motivo di accettazione all’interno della società.

La protagonista è Anna Faris, già vista in “Lost in translation”. Anche lì recitava più o meno la stessa parte di biondina svampita.
Da segnalare tra le ragazze della “sorority sfigata” anche la presenza della dolce e bella Emma Stone (ancora molto giovane), di Kat Dennings (ossia una delle due protagoniste della serie tv “2 Broke Girls”) e di Rumer Willis (la figlia di Bruce Willis e Demi Moore – quasi non pervenuta).
Hugh Hefner interpreta semplicemente se stesso. Appare in pochissime; certo, è simpatico ma non poi così espressivo.
Dana Goodman ha il ruolo della direttrice della sorority rivale, formata solo da ragazze ricche, stronze e viziate.
Non fatevi illusioni: le donne nude sono del tutto assenti da questa pellicola. Anzi, sembra quasi che “La coniglietta di casa” voglia parodiare la vita da nababbo (tutta sesso, lusso e denaro) del miliardario farfallone più famoso del mondo.
Una frase: «Gli occhi sono i capezzoli della faccia».
Voto globale: meno di 5. Assolutamente da perdere.

La scheda di IMDb.com, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.