Il lato positivo
(Silver linings playbook)
di David O. Russell (USA, 2013)
con Bradley Cooper, Jennifer Lawrence, Robert De Niro,
Jacki Weaver, Chris Tucker, Anupam Kher, Shea Whigham,
Julia Stiles, John Ortiz, Cheryl Williams, Patrick McDade,
Paul Herman, Dash Mihok
Allora partiamo dicendo che questa è una commedia sentimentale – meno commedia e più sentimentale, a dire la verità.
I due protagonisti (Pat e Tiffany) hanno entrambi grossi problemi nell’esprimere i sentimenti.
Lui è un ragazzone trentenne (quasi quarantenne) con problemi psichici. Pat ha disturbi della personalità, è bipolare, fa molta fatica a controllarsi, in condizioni di forte stress tende a perdere completamente le staffe. Un giorno torna a casa e picchia l’uomo che trova nella doccia di casa sua a fare sesso con sua moglie (il professore di storia del liceo in cui entrambi insegnano). Dopo circa 8 mesi di riabilitazione in una clinica per malattie mentali e dopo aver ottenuto l’autorizzazione dal tribunale che l’ha condannato al soggiorno coatto e a stare lontano da sua moglie, torna a vivere a casa dei suoi e prova a rifarsi una vita. Cerca di recuperare quello che ha perso. Superato cioè il momento più buio della sua vita, prova a ricominciare ma non riesce. È ovvio che non ce la fa, perché ha sempre e solo in testa sua moglie. È disperato: pensa solo a tornare con lei, con la donna di cui ancora è innamorato – nonostante tutto. Inoltre, sa di averne bisogno, ma non vuole prendere le medicine che gli sono state prescritte. Vuole fare il duro, vuole cercare di fare affidamento sulle sue sole forze ma non riesce ancora a controllarsi. Quindi cerca di concentrarsi sulla lettura di grandi classici della lettaratura e sul jogging ma è tempo perso. Almeno fino a quando non incontra Lei.
Lei è una ragazza che si trova in una condizione molto simile. Anche Tiffany soffre molto. Anche lei prende psicofarmaci o almeno li ha presi in passato. Ha problemi di personalità da quando suo marito è morto. Da quando suo marito è morto è sempre di cattivo umore. Ha provato a lenire il dolore della perdita con il sesso ma non ha fatto altro che peggiorare le cose. Scopandosi cioè tutte le persone che le capitavano a tiro (uomini e donne, colleghi e amici, ecc.) ha perso anche la stima e la fiducia della sua famiglia (sorella e genitori). Anche lei dunque non riesce a controllasi, a controllare la sua valvola di sfogo: la pulsione sessuale.
Inizialmente Pat e Tiffany non si piacciono ma cercano di farsi forza l’un l’altro. Come antidoto al dolore Tiffany prova a focalizzare tutte le energie sul ballo. E così, mentre l’amicizia muove i primi passi, costringe Pat a darle una mano nella preparazione di una grara di ballo. Lui è quasi costretto – non vorrebbe ma lo fa, anche perché ha bisogno di un amico, qualcuno con cui stare, con cui parlare, con cui distrarsi. Lei gli promette di consegnare a sua moglie una lettera chiarificatrice (cosa che nessun altro gli permette di fare) a patto di ballare insieme.
Insomma è il ballo a fare da galeotto, è la danza a farli innamorare.
Cosa abbiamo imparato? Che non tutto è perduto. Che anche dalle situazioni più nere (quelle apparentemente senza via d’uscita) si può uscire. Basta trovarsi le giuste compagnie e soprattutto basta focalizzarsi su un obiettivo, magari piccolo ma funzionale alla riabilitazione. Un motivo per vivere e tirare avanti, il “Lato positivo”, insomma. Anche se, va detto, il titolo originale della pellicola sarebbe “Silver linings playbook”.
Altra cosa importante: la famiglia. La famiglia e gli amici, in tali casi, sono le uniche boe di salvataggio a cui ci si può aggrappare per non affondare nella disperazione più profonda. Molto importante in questo film non è solo il rapporto tra Pat e Tiffany ma anche quello tra Pat e suo padre. Il guscio famigliare che protegge (tutto sommato) e la forza del nucleo che tiene, anche sotto eccessivo sforzo, sono due elementi fondamentali, da non trascurare, se si vuole avere una visione d’insieme.
Cooper mi ha sorpreso. Davvero. Pian piano lo sto rivalutando. Non lo credevo capace di ruoli di tale spessore (e difficoltà). Bravo.
Jennifer Lawrence per questo ruolo ha vinto un premio Oscar. A meno di 23 anni. Questo è molto importante, non lo sottovalutate. Sbraita quando deve, piange quando deve. Fa sorridere con la battuta pronta e fa commuovere nei passaggi più toccanti. Giovane, carina e cazzuta. Cosa volete di più?
De Niro è fenomenale nel ruolo di Pat Senior, il padre disfuzionale. Un capofamiglia che, nonostante non sia d’esempio (interpreta il pensionato allibratore con la mania per la superstizione), riesce in qualche modo a dimostrare al figlio l’affetto nei suoi confronti, almeno quando i nodi vengono al pettine.
John Ortiz è Ronnie, l’amico di sempre, un tizio sotto pressione, che finge di avere una vita felice anche se forse è messo peggio del protagonista, avendo una famiglia opprimente che lo sta portando sull’orlo di una crisi di nervi.
Julia Stiles fa la moglie stronzetta dell’amico Ronnie.
Jacki Weaver è la madre di Pat: una donna con pochissima personalità ma che potrebbe essere considerata un po’ il collante che cerca di tenere insieme i pezzi della famiglia del protagonista.
Chris Tucker recita la parte dell’amico sincero che Pat incontra nell’ospedale psichiatrico: un picchiatello simpatico e ottimista su cui si concentrano parecchi valori positivi.
Anupam Kher è lo strizzacervelli che ha in cura Pat. Un uomo di mezza età di origine indiana. Intorno a questa figura si sviluppa anche una breve trama parallela, un sottotesto anti-razzista di matrice inclusiva. Lo sport può essere motivo di affratellamento per il melting-pot di cui è formato il popolo americano.
Paul Herman è uno scommettitore incallico che passa tutto il tempo a casa del suo amico Pat Senior a parlare di football americano e di scommesse, appunto.
Shea Whigham – già visto nei panni del fratello minore di Nucky Thompson nella serie tv “Boardwalk Empire” – qui interpreta… il fratello maggiore del protagonista. Strano, vero?
Il biondo Dash Mihok è il baffuto poliziotto a cui viene affidata la sorveglianza di Pat per il periodo durante il quale torna a vivere con i suoi.
Voto alla pellicola: 7. Non male davvero.
Qui potete vedere la locandina originale.
La scheda di IMDb.com, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.
Volevo proprio leggere cosa avevi scritto…e concordo su tutto! Una piacevole sorpresa questo film! :D
:)