Viva la libertà
di Roberto Andò (Italia, 2013)
con Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Anna Bonaiuto,
Michela Cescon, Valeria Bruni Tedeschi, Gianrico Tedeschi,
Andrea Renzi, Massimo De Francovich, Renato Scarpa, Lucia Mascino
Bella furbata quella di far arrivare nei cinema questo film 15 giorni prima delle elezioni politiche.
“Viva la libertà” rappresenta la crisi del principale partito di sinistra italiano, ossia del PD. Lo dico senza mezzi termini. Ah, ma comunque non è che lo dico io, eh. È proprio così, è chiaro. Il PD non viene mai citato direttamente – ovvio – ma è abbastanza evidente che il partito di cui il protagonista è il leader lo ricalca in moltissimi aspetti.
La trama. Il segretario del partito – l’on. Enrico Olivieri – sparisce in circostanze misteriore proprio durante la campagna elettorale. Essendo le elezioni alle porte, questo gesto sconsiderato appare molto pericoloso. L’unico a conoscere il segreto di questa scomparsa è Andrea Bottini (il portaborse di Olivieri) e Anna (la moglie dell’onorevole). I due, di comune accordo, decidono di non rivelare nulla di quel che sta succedendo. Anzi coprono la fuga di Oliveri e lo sosituiscono con suo fratello gemello, Giovanni: un ex professore di filosofia un bel po’ picchiatelo, ossia un malato di mente che sembra però essere appena uscito brillantemente dalla fase di riabilitazione.
Inizia così una vita parallela dei due Olivieri. Mentre l’odiato e odioso Enrico per nascondersi da tutto e da tutti fugge a Parigi da una sua storica ex, con la speranza di riconquistare il suo amore e mostrare al suo partito che non può fare a meno della sua presenza, Giovanni indossa i panni del suo più noto fratello ed inizia a comportarsi in maniera del tutto opposta. Il nuovo Olivieri politico parla di trasparenza, onestà, rifugge i sofismi, i sotterfugi, le scaltrezze, le furberie. Questa botta di passione e sincero spirito di servizio a favore della comunità sorprende i suoi compagni di partito (così come Andrea e Anna) e conquista la loro approvazione, così come sfonda tra i suoi elettori e la massa dei votanti in generale, tanto da far sospettare un vittorioso trionfo alle elezioni.
Cosa c’è di buono nel film. A me la storia è parsa originale. Almeno, io una cosa così non l’avevo mai vista prima al cinema, né letta. L’idea insomma c’è ed è abbastanza buona. Ma ci sono alcuni ma.
Cosa non va. Il finale non è aperto, è spalancato. Terribile. Non si sa cosa accade dopo. [Spoiler] Enrico Oliveri torna finalmente da Parigi, dove ha riscoperto un po’ se stesso e l’amore per il cinema che lo ardeva da giovane, e riprende il timone del partito mentre suo fratello Giovanni sparisce misteriosamente nel nulla. C’è stata l’espiazione di un peccato? Il capo è rinsavito? Il doppio non è più necessario? I nostri vincono la tornata elettorale e quindi conquisitano la direzione del Paese? Oppure tutto va in rovina come si prospettava ad inizio film? Che ne sarà della sbandata che Anna – ormai delusa dal cinismo di suo marito Enrico – ha preso per il buon Giovanni? E Andrea? Un tempo schifato dalle menzogne che dilagavano nel suo mestiere e ormai riconquistato dalla bellezza di fare politica con purezza e passione, credendoci sino in fondo, tornerà a provare schifo e vergogna per la professione del polito? Bah. Cosa vuole dirci Andò? Qual è l’insegnamento da trarre? Che i matti sono brave persone e i politici invece sono tutti bugiardi corrotti? Che basta andare all’estero a riscoprire i propri sogni giovanili per rinsavire? Speriamo di no.
Come è recitato. Bene. Soprattutto da parte di Mastandrea. Nei panni di braccio destro tuttofare del segretario di partito è molto credibile. L’ho trovato misurato e a suo agio nel ruolo. Bravo (ancora una volta).
Anna Bonaiuti invece fa forse un po’ troppe “faccette” e sorrisetti ma non importa.
Molto buona anche la performance di Michela Cescon, già apprezzata dal sottoscritto in quel piccolo capolavoro che fu “Primo amore”.
Di Servillo cosa posso dire? A me piace, lo apprezzo davvero tanto. Credetemi. Ma mi chiedo: non starà interpretando troppo spesso lo stesso personaggio? A voler essere cattivo, potrei dire che Servillo ormai fa Servillo, ma sarebbe decisamente inclemente. Diciamo che gigioneggia un po’ troppo con i silenzi, gli sguardi profondi, le smorfie di sofferenza, ecc. Inoltre non so se ha davvero il phisique du role per interpretare il leader del centrosinistra. Guardate Bersani e riflettete qualche secondo. Vi sembra assomigliare a Servillo? E poi viceversa. A me più che altro quest’attore ricorda Gavino Angius.
Valeria Bruni Tedeschi credevo mi stesse antipatica. Questo film ha confermato e corroborato questo mio sospetto.
Altre osservazioni. Il Presidente della Repubblica ridotto a macchietta proprio non si può vedere. Dai. Persino io, che in diverse occasioni ho visto questo ruolo ridotto a vecchietto bonario, mascotte dello Stato, ormai privato di qualsiasi funzione isituzionale, l’ho considerato eccessivo. Ma come si fa a rappresentarlo come un anziano amicone pieno di timori, che non sa che pesci prendere e non muove un dito senza consultare il leader del centro sinistra? Questo è davvero troppo.
La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.