The Thomas Crown Affair
di Norman Jewison (USA, 1968)
con Steve McQueen, Faye Dunaway,
Paul Burke, Jack Weston, Yaphet Kotto
Devo essere sincero: a me è quasi piaciuto più il remake del 1999 (Gioco a Due), quello diretto da John McTiernan con protagonisti Pierce Brosnan e René Russo.
Questa pellicola del 1968 sembra invece che quasi sia stata creata solo per far splendere di luce propria due attori stilosi e fighi come Steve McQueen e Faye Dunaway; l’uno nei panni di un ladro riccone, beffardo e molto affascinante e l’altra in quelli della elegantissima e scaltra detective al soldo di una grande e potente società di assicurazioni.
Per godersi la pellicola bisogna sospendere la credulità. Ma molto, eh.
Non si capisce infatti come possa una tizia – seppure esperta del settore recupero beni trafugati – individuare il colpevole del colpo alla banca – una rapina pressoché perfetta – in pochi giorni, solo sulla base di supposizioni e senza indagare granché, quando invece l’intero corpo di polizia brancola nel buio, non avendo in mano una sola prova o un indizio che sia uno.
Non si capisce nemmeno perché uno decisamente ricco come Thomas Crown debba mettersi improvvisamente a rubare denaro. Per noia forse? Per sfidare il sistema? La smania di procurarsi ulteriore ricchezza con estrema facilità non regge come motivazione. Dunque boh.
Anche la scintilla tra i due protagonisti scocca subito, stranamente. I due si frequentano, sì, fanno anche il gioco del gatto col topo – o guardia e ladri, se preferite – ma dopo. Prima si innamorano come due ragazzini. Di botto – colpo di fulmine – spinti forse solo dal fascino che emanano e dalla scaltrezza che individuano nell’altro. Altro boh.
Intendiamoci: McQueen e Dunaway sono straordinari, bravissimi e belli come pochi. Ma bastano le loro facce a rendere grandioso un film?
A dire il vero, di questa pellicola andrebbe apprezzato altro, come ad esempio la fotografia, le location che frequenta Crown, gli abiti dell’ambiziosa Vicki Anderson, le auto, ecc. Insomma il racconto per immagini che Jewison fa della vita oltremodo agiata che potevano concedersi i ricconi nell’America degli anni ’60 è davvero notevole.
“The Thomas Crown Affair” non è una vera e propria commedia sentimentale, ma non è nemmeno un dramma. Diciamo dunque che c’è un po’ di giallo, disciolto in tanta stilosità. Voto: 6. Non è malaccio. Da vedere, se apprezzate il cinema americano di 40 anni fa.
La scheda di IMDb.com, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.