Nero bifamiliare
di Federico Zampaglione (Italia, 2007)
con Claudia Gerini, Luca Lionello, Emilio De Marchi,
Ernesto Mahieux, Max Giusti, Cinzia Leone, Adriano Giannini,
Anna Marcello, Remo Remotti, Alessandro Di Carlo, Gianfranco Barra,
Yari Gugliucci, Ilaria Cramerotti, Valentina Valsania
Questo film vorrebbe essere un noir (da cui il titolo) ibridato con una commedia all’italiana. Esperimento riuscito? Non direi.
Marina e Vittorio sono due trentenni in cerca di nuovo alloggio. Di lei sappiamo poco, a parte il fatto che ha una mamma isterica e invadente – lui è invece un assicuratore pieno di debiti che campa di piccole truffe.
Trovata la casa – una lussuosa villa che non si possono permettere presso il comprensorio “Valle Serena” – vi si trasferiscono e subito si accorgono di avere come vicini una coppia molto strana e fastidiosa: due stranieri (Slatko e sua moglie Bruna) che procurano loro notti insonni e nevrosi a causa dei continui rumori e di piccoli incidenti.
Quando i due protagonisti subiscono un furto nel loro appartamento – mentre trascorrono un romantico weekend al mare – la situazione peggiora drammaticamente. Credendo di aver individuato nei vicini i responsabili del furto, Vittorio si rivolge dapprima alla polizia, ma non ricevendo sufficiente aiuto, decide di farsi giustizia da solo. Si mette così alla ricerca di prove e appronta in casa una vera postazione di spionaggio, con tanto di strumentazione hi-tech per la sorveglianza telematica. La sua psiche, però, risentirà di questa ossessione, così come pure – di conseguenza – il rapporto con sua moglie Marina.
Alla prima prova da regista Zampaglione dimostra di sapere dove mettere le mani o meglio di conoscere i rudimenti del linguaggio cinematografico. Ma non basta. Diciamo dunque che non fa disastri, ma non che abbia messo in piedi un capolavoro degno di essere incluso negli annali del cinema italiano. La commedia è piccola piccola, nel senso che non fa ridere, né sorridere. Alcune situazioni, oltre che volutamente grottesche, sono davvero banalotte, scontate, tanto da far sembrare incapaci i pur bravi Lionello e Gerini. I dialoghi forse sono davvero il punto debole di tutto l’impianto: i personaggi dicono cose ovvie, già sentite, prevedibili e previste. Niente di nuovo da apprezzare o di cui stupirsi. Bah. Peraltro il capovolgimento di prospettiva – per cui la vittima diventa carnefice e viceversa – è cosa già vista e rivista al cinema. Sotto sotto “Nero bifamiliare” vorrebbe anche trasmettere un messaggio anti-razzista e anti-discriminatorio, raccontando una storia in cui gli stranieri non sono brutta gente, anche se lo sembrano di primo acchito. Ma questo non fa che peggiorare la scontatezza del progetto. Si potrà dire “scontatezza”?
Claudia Gerini è molto credibile in questo ruolo. E pure bonazza, come sempre.
Luca Lionello – figlio del noto Oreste – recita benissimo. Certo, a volte gli fanno dire frasi vuote, prevedibilissime, ma non è colpa sua, ovviamente. Mi stupisce – e spiace – che a questo attore non affidino ruoli più importanti.
Al grande Ernesto Mahieux spetta il compito di dare la faccia e il corpo al laido e basso portinaio del comprensorio.
Max Giusti si trova bene nei panni del mobiliere ignorante e tamarro. L’accento romanesco, decisamente calcato, aiuta molto.
Cinzia Leone per l’ennesima volta dà di matto. Interpreta ancora l’isterica. Come mai? Un tempo sapeva fare anche altro. Comunque qui è perfetta per il ruolo della mamma esaurita di Marina.
Per Adriano Giannini (altro figlio d’arte) la parte di una specie di malavitoso trasandato e inavvicinabile, pericoloso ma allo stesso tempo saggio.
A Gianfranco Barra le vesti del commissario di polizia. Forse ha già interpretato questo ruolo altrove. Ma dove?
La faccia del temibile vicino Slatko è quella di Emilio De Marchi. Bravo. Forse il migliore di tutti in questa pellicola.
L’eccelso Remo Remotti dà tutto il meglio di sé nell’interpretazione dell’anziano vicino di casa molto bigotto e reazionario, ossia un vecchio militare in pensione che raccoglie firme per cacciare Vittorio e Marina dal comprensorio.
Sceneggiatori della pellicola sono lo stesso Zampaglione e Rudolf Gentile (produttore)
Le musiche sono dei Tiromancino – ça va sans dire. Non male a dire il vero, ma in un caso il brano di sottofondo è tremendamente simile a un pezzo notissimo dei Radiohead (Paranoid Android). Imbarazzo.
La distribuzione è a cura di Moviemax.
La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.