Argo

Argo

di Ben Affleck (USA, 2012)
con Ben Affleck, John Goodman, Alan Arkin, Bryan Cranston,
Scoot McNairy, Clea DuVall, Titus Welliver, Victor Garber,
Tate Donovan, Christopher Denham, Kerry Bishé,
Rory Cochrane, Chris Messina, Kyle Chandler

Argo racconta di come nel 1980 un agente della CIA, fingendo di essere il produttore di un film di fantascienza, si infiltra in Iran per recuperare 6 cittadini americani rimasti bloccati nell’ambasciata canadese – dove si erano rifugiati dopo la fuga da quella americana, presa d’assalto dal popolo iraniano.
Argo è un film ispirato ad una storia vera, anzi basato su fatti storici realmente accaduti (la Crisi degli ostaggi americani in Iran c’è stata davvero nel 1979/80) e secondo me rappresenta l’inizio della maturità artistica di Ben Affleck, almeno come regista. Ma anche come attore, a dire il vero. Non che i precedenti (“Gone Baby Gone” o “The Town”) non fossero bei film ma in questa pellicola ci ho visto qualcosa di più, un notevole passo avanti.
Un merito, ad esempio, è quello di riuscire a tenere la tensione molto alta per quasi tutta la durata del film (120 minuti circa), un altro è di saper alternare sapientemente il racconto di ciò che accade in Iran (nelle due ambasciate) a quello che accade negli USA, all’interno delle stanze dalla CIA e dell’amministrazione Carter. Grande sapienza ho trovato anche nella ricostruzione molto fedele delle concitate proteste del popolo iraniano fuori dall’ambasciata americana di Teheran e del conseguente assalto.

Affleck scrive, dirige ed interpreta il protagonista. Il suo è il ruolo più positivo di tutti: Tony Mendez, un eroe che rischia la vita in prima persona e che sfida persino le gerarchie dell’intelligence USA, pur di portare a casa i suoi connazionali rimasti all’estero in un paese ostile e in una situazione particolarmente drammatica.
Bryan Cranston interpreta il capo di Mendez, un burocrate serio e con tanta abnegazione che tiene alla vita dei suoi uomini come fosse un padre. O almeno è così che si comporta con Tony.
Molto bravo Victor Garber nei panni del riccioluto ambasciatore canadese. Volto rassicurante.
Il gigante John Goodman e il buon vecchio Alan Arkin costituiscono la linea comica – o più che altro frivola e leggera – della pellicola. Spassosissimi.
Tate Donovan, Clea DuVall, Scoot McNairy, Rory Cochrane, Christopher Denham e Kerry Bishé interpretano i 6 cittadini americani rifugiati nell’ambasciata canadese di Teheran. Bravi anche loro: fanno quello che devono, senza strafare. Indossano baffi, tagli di capelli e abiti buffissimi ma sono molto credibili. Il personaggio di Scoot McNairy (Joe Stafford) si distingue comunque tra gli altri perché è quello più scettico (e pauroso) nei confronti della strampalata missione che Tony Mendez si è metto in testa di portare a termine.
Il ruolo di Chris Messina, invece, è quasi inutile: sembra a momenti un passacarte. Più che un agente della CIA, mi è apparso un impiegato che si aggira negli uffici di Langley a cui vengono passati i compiti più noiosi.
Al progetto di “Argo” ci ha creduto anche George Clooney, difatti nei titoli di coda si può leggere il suo nome tra i produttori, accanto a quello dello stesso Affleck.
Voto complessivo. 7+. Da vedere. Uno dei film più interessanti della stagione (almeno fino ad ora).
Nota per giovani donne: la barba di Affleck forse è ciò che più ricorderete di “Argo”.

La scheda di IMDb.com, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.