Menage all'italiana

Menage all’italiana

di Franco Indovina (Italia, 1965)
con Ugo Tognazzi, Romina Power, Dino, Anna Moffo,
Maria Grazia Buccella, Dalida, Pina Borione Bianchi,
Susanna Clemm, Maria Capparelli, Tatiana Pavolova, Nando Angelini,
Paola Borboni, Rosalia Maggio, Mavie Bardanzellu, Cristiano Chisais

L’avventura di un uomo che amava troppo le donne, a tal punto da sposarle tutte. Alfredo Brandi è un piazzista – un agente di commercio, diremmo oggi – sempre in bolletta, che gira per l’Italia e per l’Europa nel tentativo di vendere i prodotti che rappresenta. Durante i suoi viaggi di lavoro si imbatte spesso in donne più o meno affascinanti, talune così belle e passionali che finisce per sedurle e sposarle. Più che bigamo, potremmo dire che Brandi è un poligamo (sempre che il termine esista). Il suo vero problema non è tanto il numero di mogli – e l’illegalità del suo status – quanto il dover mentire ad ognuna di esse per poter mantenere la situazione sotto controllo. In un primo momento nessuna moglie sa dell’esistenza delle altre ma poi, pian piano le cose si complicano. Il numero di donne sposate è direttamente proporzionale al numero dei problemi: più aumentano, più i menage diventano ingestibili per il protagonista.
In taluni passaggi la pellicola è buffa, fatta di un umorismo molto leggero e quasi ingenuo, in tal altri invece si macchia quasi di dramma, affrontando anche alcuni temi non proprio facili come l’abbandono di un figlio appena nato, il truffare i propri cari, il sedurre un minore con l’inganno, ecc. A me nelle prime battute ha ricordato un po’ il romanzo del “Fu Mattia Pascal” di Pirandello, anche se liberamente re-interpretato in chiave comico-fedìfraga.

Tognazzi è straordinario nel ruolo del protagonista ma non c’è da sorprendersi. Incredibile come sia riuscito a cucirsi addosso questo ruolo del bugiargo seriale, dello scuipafemmine ossimorico: triste quarantenne, banale e bruttarello, un omuncolo spiantato e fanfarone che, nonostante tutto, riesce comunque ad essere un grande seduttore.
La vetta dell’assurdo si raggiunge quando Alfredo, pur di sposare tutte le sue donne, mente così tanto che quasi finisce per credere alle sue stesse panzane.
Romina Power – per la prima volta sullo schermo – è tanto carina: dolcissima ma con sorriso furbetto. Quando ha girato questa pellicola aveva meno di 15 anni e tanti infatti ne dimostra. Interpreta una ragazzina finto ingenua, che ha sempre vissuto in campagna, nella provincia, ma che dimostra subito, appena sposata, di sapere come si sta al mondo.
Ad Anna Moffo il ruolo della prima moglie di Alfredo, una cantante ormai affermata ma il cui talento è stato scoperto in giovane età proprio dal protagonista.
Dalida interpreta una calabrese dal sangue caldo che va in giro con una pistola per vendicare nel sangue i tradimenti subiti.
Paola Borboni dà di matto vestendo i panni di un’anziana suocera credulona e fascistoide. Straordinaria.
Maria Grazia Buccella dà il volto alla giovane e sensualissima Egle: un’arrampicatrice sociale ignorantella ma molto determinata.
Dino invece interpreta se stesso: un cantante di balera. Nello specifico esegue (in playback) due brani: un lentone strappacuore e un twist straordinario, molto frizzante e coinvolgente, dal titolo “Ho messo gli occhi su di te”. Nello spezzone che vedete qui sotto potete apprezzarli entrambi, uno dopo l’altro. Si tratta della scena in cui i novelli sposi Alfredo e Stella vanno a ballare in una grande balera.

La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.