Hysteria
di Tanya Wexler (USA, Gran Bretagna, Lussemburgo, Francia, 2011)
con Hugh Dancy, Maggie Gyllenhaal,
Jonathan Pryce, Felicity Jones, Rupert Everett,
Sheridan Smith, Ashley Jensen, Kate Linder
Commedia buffa che fa molta simpatia. Niente di chè, intendiamoci, non siamo davanti a un capolavoro ma io l’ho trovata davvero gradevole.
Vagamente ispirato ad una storia vera, questo film racconta la nascita del vibratore per mano di un giovane dottore inglese, tale Mortimer Granville.
Che il bel giovinotto pieno di abnegazione per la professione medica si innamorerà della sorella più irrequieta – tra le due figlie del suo capo – lo si capisce immediatamente ma non importa. Non è la trama l’aspetto più interessante di questa pellicola. A me è piaciuto tutto il cast, la recitazione validissima e pur lieve, che non scade mai in farsa.
Jonathan Pryce, per dire, è davvero un gigante nei panni del dottorone tradizionalista, il vecchio medico che accoglie il giovane dott. Granville nel suo studio privato, una specie di clinica in cui si cura l’isteria attraverso la manipolazione/stimolazione della vulva.
Felicity Jones interpreta sua figlia, la più timorata delle due, una ragazzetta tutta casa, studio e musica.
Alla rossa Sheridan Smith hanno affidato il personaggio più buffo: la cameriera irriverente e sfacciata, ex prostituta recuperata alla società dalla figlia del titolare della casa in cui lavora.
Il protagonista (Hugh Dancy) è per me una faccia nuova. Comunque se l’è cavata abbastanza bene. Abbiamo quindi buone possibilità di vederlo impiegato in futuro in altre pellicole importanti.
Rupert Everett fa il simpatico, cioè la sua specialità e quindi gli riesce benissimo – come al solito. Qui lo troviamo nei panni del mentore del giovane dottore, un riccone pigro ma ingegnoso con il pallino per i gadget elettrici.
Anche Maggie Gyllenhaal è pienamente in parte. Per questo ruolo – l’eroina moderna che si batte per i poveri e per l’emancipazione della donna nella società – non c’era bisogno di una bellona, né di una ragazzina. Plauso a chi ha fatto il casting.
Molto bella la ricostruzione della Londra del 1880, anche quasi tutto il girato è stato fatto in interni.
Alla colonna sonora non ci ho fatto caso.
Voto: 6. Sufficiente. Commedia gradevole. Si fa vedere.
Un merito comunque all’opera va riconosciuto: ridicolizza la teorizzazione e la cura dell’isteria, problema di salute di natura psichica che fortunatamente nel secolo scorso ha perso lo status di malattia.
La scheda di IMDb.com, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.