Immaturi

di Paolo Genovese (Italia, 2011)
con Barbara Bobulova, Ambra Angiolini, Luca Bizzarri,
Paolo Kessisoglu, Ricky Memphis, Raoul Bova, Anita Caprioli,
Luisa Ranieri, Michele La Ginestra, Maurizio Mattioli, Giovanna Ralli,
Giulia Michelini, Alessandro Tiberi, Nadir Caselli, Aurora Giovinazzo

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Questa commedia, estremamente leggera, ambisce ad essere un film rappresentativo di una generazione ma non credo proprio che vi riesca. Io l’ho trovato alquanto banalotto, bello pieno di luoghi comuni, alcuni anche abbastanza improbabili.
Prologo: dopo circa 15 anni, un gruppo di amici – ex compagni di scuola di circa 35 anni – viene chiamato dal Ministero della Pubblica Istruzione a rifare l’esame di maturità (classica), dal momento che il primo è stato invalidato a causa di un disguido amministrativo. Questi giovani adulti – ancora abbastanza immaturi, appunto – si trovano ancora una volta tutti insieme a rivivere quei momenti che ormai credevano di aver dimenticato o comunque messo da parte.
Tra le varie figure rappresentate (alcuni abbastanza idealtipiche) troviamo: 1. lo stronzo che tradì il migliore amico da giovane per una ragazza e che è diventato un uomo che tradisce la moglie (Kessisoglu); 2. lo psichiatra infantile che aiuta i bambini per mestiere ma che non riesce a risolvere i propri problemi di responsabilità e maturità di fronte all’arrivo di un figlio del tutto inaspettato (Bova); 3. l’eterno ragazzo che non vuole impegnarsi e che, pur di rimanere fidanzato per sempre con la sua ragazza, arriva a fingere di essere sposato e con prole (Bizzarri); 4. la cuoca ninfomane che segue un corso per guarire dalla suo infinito desiderio per il sesso e finisce per innamorarsi di un uomo dopo una lunga storia di corteggiamento casto e romantico (Angiolini); 5. la divorziata giovane e bella con figlia che esprime una maturità superiore alla madre (Bobulova); 6. il bamboccione impacciato che vive ancora con i suoi e che non esprime alcuna intenzione di andarsene (Memphis).
Con l’intento di studiare per prepararsi a rifare l’esame di maturità, questi ragazzi cresciutelli incontrano vecchi amici (come il tizio mite che si è fatto prete) e riprendono a trascorrere del tempo insieme, rivangando ovviamente le cose belle (e anche qualcuna brutta) vissute fianco a fianco ai tempi del liceo. E qui ci sono valanghe di dialoghi e immagini che vorrebbero evocare nostalgia, senza neanche riuscirci completamente, sì insomma tutta la prosopopea del “come era bello un tempo, quelli sì che erano anni in cui era gradevole essere giovani, mica come adesso”.
A parte tutto il cast mi sembra molto azzeccato. L’intento di mettere insieme facce molto note era di portare quanta più gente nelle sale cinematografiche e mi pare che l’esperimento sia riuscito – tant’è che proprio la scorsa settimana è arrivato nei cinema il seguito di questa pellicola.
Paolo Kessisoglu veste benissimo i panni dell’egoista menefreghista, così come Luca Bizzarri quelli dell’eterno Peter Pan.
La faccia seriosa di Bova va bene per il ruolo di un dottorino un po’ musone, tutto preso dalla difficoltà di accettare le responsabilità della paternità.
Ricky Mempis, che da sempre recita la parte del duro borgataro, qui fa quasi tenerezza come bamboccione impacciato e ultra sensibile.
Barbara Bobulova donna manager in carriera è credibile. Biondina, carina, fa una corte tenerissima al buon Memphis. I due personaggi si amano dai tempi del liceo ma non hanno mai avuto modo di “approfondire”.
La Ginestra prete è perfetto.
Luisa Ranieri è bona come sempre. Qui dà il volto un architetto con la testa sulle spalle, ossia alla fidanzata incinta di Bova che, pur di fronte all’indecisione del suo compagno, non si comporta da isterica, non fugge via offesa ma decide di attendere un suo rinsavimento.
La ragazzina che interpreta sua figlia (Aurora Giovinazzo) è in gamba, anche se la sua recitazione non è delle migliori. Ma potrà migliorare in futuro. Questa potrebbe essere, tra l’altro, la sua prima apparizione sul grande schermo.
Giovanna Ralli è la mamma iperprotettiva di Ricky Memphis, ossia l’essere che l’ha reso “mammone”.
Maurizio Mattioli è invece suo padre. Lasciatemelo dire: il più divertente attore di questa pellicola. Ogni sua scena è incredibilmente spassosa: i suoi interventi con marcato accento romanesco, quei tentativi di mandare via di casa suo figlio, sono straordinari.
Nadir Caselli è una ragazzina molto giovane, una maturanda che scambia decine di SMS con il personaggio di Bizzarri e che poi va a svenire strafatta di alcool e pasticche in discoteca. Leggi: personaggio superstereotipato su attrice molto caruccia.
Anita Caprioli forse è un po’ troppo giovane per recitare nella parte di coetanea di questi altri attori.
L’unica fuori ruolo – ancora una volta – è Ambra. Non me ne voglia ma non riesco a vederla recitare la parte di una stimata cuoca, per di più ninfomane. Mah.
Alessandro Tiberi – lo stagista della serie Boris – è il figlio del titolare del ristorante in cui lavora la cuoca, un giovane molto timido, segretamente innamorato della regina dei fornelli.
Nota localistica: il film sarebbe ambientato a Roma ma di romano, a parte l’accento di Mattioli e Memphis, c’è davvero ben poco.
Voto 5 e mezzo. Meno che sufficiente.
La colonna sonora non è male, forse solo un po’ “paracula”. Dei pezzi salverei comunque poco: giusto una cover di “Last Nigth A Dj Saved My Life” degli Indeep, coverizzata da Loredana Majuri.

La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.