J. Edgar
di Clint Eastwood (USA, 2011)
con Leonardo Di Caprio, Naomi Watts,
Armie Hammer, Josh Lucas, Judi Dench,
Geoff Pierson, Josh Hamilton, Ed Westwick, Christopher Shyer,
Gunner Wright, Jack Donner, Jeffrey Donovan, Damon Herriman
Va beh, togliamoci il dente. Lo dico subito: questa pellicola mi ha annoiato. Un bel po’.
Per quanti non lo sapessero si tratta di un biopic, un film biografico sulla vita di J. Edgar Hoover, il primo e più importante dei direttori dell’FBI.
Perché mi ha annoiato? Perché è molto lungo e lento. Sì, lo so: l’aggettivo “lento” non dovrebbe mai essere associato alla parola film ma così è. Scusate. Stavo quasi per addormentarmi durante la visione.
Il problema di questa pellicola – che comunque è girata molto bene e recitata ancora meglio da tutto il cast – è che non intriga, non fa nulla per destare l’interesse dello spettatore. Tutto quello che c’è da sapere viene svelato nei primi 15 minuti del film. Poi non succede più nulla.
Sin dal principio cioè sappiamo che Hoover è un tizio molto abizioso, rigidissimo, estremamente ligio al dovere, fissato con le regole, con la sicurezza della Nazione, il sentimento patriottico, la morigeratezza dei costumi, che è uno che vede minacce dappertutto, un anticomunista per convenienza e e convinzione, un uomo pieno di sé e codardo allo stesso tempo, sospettoso, reazionario fin nel midollo, un essere assetato di potere che sarebbe disposto a far qualsiasi cosa pur di restare nella sua posizione di comando, un tipo che si compiace nel circondarsi di yesmen e che non accetta alcun tipo di critica o dubbio sulle sue teorie, credenze o convizioni.
Ecco qui. Vi ho svelato tutto o quasi. Non c’è molto altro da capire o da vedere.
Lasciatemi aggiungere che anche la relazione omosessuale con il suo braccio destro, Clyde Tolson, è palese sin dai primi sgaurdi tra i due. Che Hoover sia stato un omosessuale represso è lapalissiano. Grande enfasi è stata messa poi sul suo rapporto morboso con l’anziana madre – meravigliosamente interpretata da Judi Dench.
Tra le altre cose la intricatissima struttura narrativa, fatta di continui flashback e flashforward, non aiuta affatto a seguire le vicende del protagonista, a meno che non si abbia un chiaro quadro della recente storia degli Stati Uniti. Non dimenticando, comunque, che l’arco di tempo narrato da questa pellicola è decisamente lungo: dura all’incirca una cinquantina d’anni.
Che dire di Di Caprio? Sa il fatto suo. Ormai è un attore all’apice della sua carriera. Ce l’ha fatta. Il ragazzetto odioso, l’eterno bamboccione, è finalmente diventato uomo, tanto che gli assegnano ruoli importantissimi. Anzi di prim’ordine. D’altronde le major Hollywoodiane non affidano al primo che passa la parte di un uomo che viene considerato, in un certo senso, uno dei più importanti patrioti della Storia Americana. Ormai a Leonardino non gli si può dir nulla. Qualcuno ha avuto da obiettare sulla vocetta da giovinetto che gli hanno affibiato per il doppiaggio italiano. Ma a noi frega poco. Tra l’altro è sempre quella (Francesco Pezzulli) da più di 15 anni.
Armie Hammer è perfetto nella parte del bel ragazzone elegante e dai modi gentili. Fortuna che non abbiano voluto far apparire il suo personaggio effeminato.
Ottima interpretazione anche per Naomi Watts, qui nel ruolo della segretaria personale di Hoover, una donna la cui fedeltà al suo datore di lavoro ha dello straordinario.
In certi casi il trucco (make up) era pessimo. Le rughe di Hoover e di Tolson sembravano finte non solo nei primi piani.
Pensavo che “J. Hover” fosse uno dei film più importanti della stagione. Debbo ricredermi.
Nient’altro da aggiungere.
Qui trovate il trailer originale (in inglese). Qui quello in italiano.
La scheda di IMDb.com, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.
Era da un po’ che volevo commentare un tuo film recensito. Sono d’accordo su tutto, ma aggiungo che per me è stata una sorpresa, alla visione dei titoli di coda, scoprire che la regia è di Clint Eastwood. Sebbene la pellicola sia ben girata e sebbene Clint non si distingua per l’azione, mi aspettavo qualcosa di più nel ritmo e nella determinazione della narrativa.
Assolutamente d’accordo con te su tutto, anche se sono stata “virtualmente linciata” dai miei amici su FB per aver osato criticare il “Grande Clint” e per avere usato appunto la parola “lento”. Ma ci sta tutta, per questo e per altri film del regista, che a me non ha quasi mai convinto. Davvero ridicole le rughe, sembrava un trucco finto da parodia!
Son parole che rincuorano :)