Per grazia ricevuta
di Nino Manfredi (Italia, 1971)
con Nino Manfredi, Lionel Stander, Paola Borboni,
Delia Boccardo, Fausto Tozzi, Enzo Cannavale, Mariangela Melato,
Tano Cimarosa, Gastone Pescucci, Véronique Vendell
Piccolo capolavoro diretto, scritto e sceneggiato da Nino Manfredi con l’aiuto di Leo Bevenuti, Piero De Bernardi e Luigi Magni.
Il film racconta l’esistenza sfortunata di un uomo: una vita intera fortemente segnata dalla fede ma in maniera quasi coatta.
In apertura di pellicola vediamo che il protagonista viene portato in una clinica privata perché si trova in condizioni disastrose a causa di un incidente. L’uomo ha il cranio fratturato e altre gravi lesioni sul resto del corpo. Durante l’operazione chirurgica d’emergenza che dovrebbe tentare di salvargli la vita, lo spettatore assiste a dei flashback che raccontano tutta la vita dello sfortunato.
Il piccolo Benedetto è un orfano che vive con una zia molto giovane e alquanto dissoluta. Il giorno della sua prima comunione il ragazzo, che è molto discolo, scappa via dalla chiesa perché si sente in colpa per i peccati commessi. Durante la fuga cade da un dirupo ma rimane illeso. Tutti gli abitati del suo piccolo paesino di campagna crederanno in un miracolo, in un intervento salvifico del santo protettore del ragazzino: Sant’Eusebio. La vita di Benedetto così prosegue in clausura, o quasi, rinchiuso cioè (in apparenza volontariamente) dentro un monastero in compagnia di decine di monaci.
Un giorno però l’insistenza di un saggio frate e l’incontro fortuito con una giovane e bella maestrina lo porteranno ad abbandonare questo auto-esilio e a tuffarsi nella vita di mondo, intraprendendo la carriera di commesso viaggiatore. Le sue peregrinazioni termineranno il giorno in cui incontrerà Oreste, un farmacista anziano pieno di vitalità e del tutto anti-clericale, e la sua dolce figlia Giovanna.
Manfredi ovviamente interpreta il protagonista in età adulta. Il suo personaggio è tenerissimo, un uomo semplice e gentile che si sente in trappola, sopraffatto com’è dalle sue paure, un ragazzino mai cresciuto, timoroso del suo destino, che combatte per tutta la vita tra la natura umana (gli istinti) e le credenze religiose che gli sono state inculcate con insistenza durante gli anni della giovinezza.
Il simpatico Lionel Stander interpreta l’anziano farmacista.
Delia Boccardo è la giovane e timida Giovanna, la compagna di Benedetto.
A Paola Borboni il ruolo dell’arcigna madre di Giovanna, una cinica signora anziana che non smette di pensare al suo tornaconto anche quando il compagno di sua figlia è in punto di morte.
Mariangela Melato ha il ruolo della maestrina con la gonna corta, ossia colei che, morsa da una vipera, incosciamente mette in crisi la fede di Benedetto.
La bella Véronique Vendell interpreta un’affascinante e maliziosa ragazza che insidia la verginità del giovane Benedetto.
Gastone Pescucci è il buffissimo e laido Avvocato che accompagna la mamma di Giovanna in ospedale.
Mario Scaccia ha la parte del frate saggio che capisce il dramma interiore di Benedetto.
Il baffuto venditore ambulante di origini siciliane che rifornisce il monastero ha la faccia di Tano Cimarosa.
Enzo Cannavale interpreta una specie di malato immaginario di origini napoletane, un po’ ficcanaso un po’ gentiluomo, che fa compagnia a Giovanna mentre Benedetto è sotto i ferri.
Non avevo mai visto prima d’ora questo film, anche se ne avevo sempre sentito parlare e conoscevo già la canzoncina pseudo-sacra dedicata a Sant’Eusebio. L’ho visto lunedì sera in tv, quasi per caso, su Iris e l’ho trovato davvero originale. Incredibile come una commedia riesca a parlare di un tema così alto come la fede. Apprezzabilissimo anche il tentativo (riuscito) di fondere tabù religiosi, credenze popolari, tormenti psicologici, filosofie di vita e altro ancora in un’unica coerente opera filmica, senza lasciare alcuna sbavatura.
La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.
Da piccolo ho visto un sacco di volte questo film :-)
Non proprio adatto ma non resistevo…sono anni che non lo rivedo.