Nell’anno del Signore
di Luigi Magni (Italia, 1969)
con Nino Manfredi, Claudia Cardinale, Ugo Tognazzi,
Alberto Sordi, Robert Hossein, Renaud Verley, Enrico Maria Salerno,
Britt Ekland, Pippo Franco, Franco Abbina, Pietro Nistri,
Bruno Erba, Maria Cristina Farnese, Stefano Oppedisano
Risorgimento italiano, 1825. Siamo nella Roma governata da papa Leone XII. Due carbonari (il medico romano Leonida Montanari e un giovane venuto dal Gran Ducato di Modena, tale Angelo Targhini) accoltellano un loro consociato che ha tradito la causa rivoluzionaria, spifferando i piani di insurrezione alle forze dell’ordine. La vittima sopravvive all’agguato e incrimina i due attentatori, che vengono catturati dal capitano Nardoni (interpretato da Enrico Maria Salerno). Cornacchia, un calzolaio che si finge analfabeta (Nino Manfredi) e Giuditta, la sua concubina “giudea” (la bellissima Claudia Cardinale), cercano dapprima di coprire la loro fuga e in un secondo momento, a carcerazione avvenuta, di scongiurare la loro morte certa (via pena capitale). A portare avanti le indagini (inesistenti) e presiedere il processo farsa c’è il cardinale Rivarola (magistralmente intepretato da Ugo Tognazzi). I due indiziati senza testimoni e senza difesa vengono condannati al patibolo. Il taglio della testa via ghigliottina sarà eseguito dallo storico boia Mastro Titta.
Ad Alberto Sordi hanno affidato il ruolo di un frate cocciuto che tenta in tutti i modi di far pentire i due condannati a morte prima dell’esecuzione, costringendoli quasi a chiedere perdono al Signore per il proprio crimine.
Pippo Franco ha solo un minuscolo ruolo sul finale nei panni di un babbeo a cui il calzolaio, prima di dichiararsi sconfitto e prendere i voti, vorrebbe lasciare in consegna il ruolo di Pasquino, l’anonimo castigatore dei costumi cittadini.
Questo film è tratto da una storia vera. Anzi dalla Storia con la “S” Maiuscola.
Adoro il Risorgimento e, di conseguenza, anche i film dedicati a questo periodo storico. Massimo rispetto dunque per Luigi Magni e tutta la sua serie di pellicole dedicate ai padri della Patria, ai moti rivoluzionari e agli anni di maggior dignità del popolo italiano, di cui questa pellicola fa ovviamente parte.
Ottima a mio avviso la ricostruzione dei costumi, dei luoghi, dei personaggi e del linguaggio. Fa piacere sapere che, sebbene questa sia una vicenda romanzata, tutto sommato una certa attinenza con quello che davvero accadde in quell’occasione c’è.
Buffa e particolarmente allegra la canzone, composta dal M° Armando Trovajoli, che fa da tema al film in cui il coro (di Alessandro Alessandroni) inneggia “Libertà libertà libertà!”.
La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.