La bambina che raccontava i film
di Hernàn Rivera Letelier
2011, Strade Blu Mondadori
17 Euro, 110 pagg.
Titolo originale: “La Contadora de peliculas”.
Messico, anni ’60. Villaggio di minatori di salnitro. Una famiglia è così povera da non potersi permettere di andare al cinema. Con i risparmi che riesce a mettere insieme faticosamente il capofamiglia (un ex operaio paralizzato su di una poltrona a rotelle che vive con una misera pensione) può permettersi di mandare in sala solo una persona, un solo membro della famiglia. Dopo una specie di concorso interno, la scelta cade su Maria Margarita, una piccola ragazzina – anzi una bambina – il cui compito delicatissimo è quello di recarsi al cinema, guardare attentamente tutto quello che viene narrato, tornare a casa e raccontarlo ai restanti componenti del suo nucleo famigliare (un padre e quattro fratelli, tutti maschi). Vorrei dirvi cosa è successo alla madre di questi ragazzi ma vi lascio con la curiosità. La notizia sarà più godibile, se lo scoprirete da soli.
“La bambina che raccontava i film” è una storia di sogni infranti e di vite spezzate. Un romanzo breve raccontato splendidamente attraverso gli occhi di una piccola sognatrice, una vera e propria “storyteller” in età scolare che diventa quasi un’attrice in erba nel momento in cui prende gusto nell’essere una cantastorie, una vera e propria narratrice di professione, non solo per la sua famiglia, ma addirittura per l’intero villaggio (ivi definito “Officina”). Pagine dense di sofferenza e di tristezza, di povertà assoluta e di spirito di sopravvivenza, di esperienze amare e di arte di arrangiarsi.
La voce narrante è quella della piccola protagonista che, ve lo anticipo, ad un certo punto della storia inizia a farsi chiamare “Fata Delcine”. Il linguaggio adottato da Rivera Leterlier è molto semplice ma efficace. Schietto, senza fronzoli, né giri di parole, va dritto al punto. Lo splendore sta tutto nel modo in cui attraverso le frasi dette (e i pensieri fatti) dalla piccola MM, l’autore riesca a far trasparire allo stesso tempo la gioia di vivere, lo stupore per la scoperta del mondo e il peso di un’esistenza difficile e sfortunata.
Da leggere assolitamente. Per bambine e bambini di tutte le età.
Nota: questo libro sarà anche molto bello ma 17 Euro per un romanzetto che si legge in meno di 2 ore sono uno sproposito.