Bullitt
di Peter Yates (USA, 1968)
con Steve McQueen, Jacqueline Bissett,
Robert Vaughn, Robert Duvall, Norman Fell, Pat Renella,
Simon Oakland, Don Gordon, Justin Tarr, Carl Reindel,
Felice Orlandi, Georg Stanford Brown, Vic Tayback
Al tenente Frank Bullitt della polizia di San Francisco viene chiesto di “fare da balia” a una specie di pentito di mafia. L’antipaticissimo Walter Chalmers, un politico senza grandi scrupoli, gli chiede cioè di tenere sotto sorveglianza Joh Ross, un malavitoso che di lì a qualche giorno deve deporre in tribunale contro “L’organizzazione” di cui era membro. Insomma Bullitt deve proteggere un testimone chiave, viene chiamato a un compito molto difficile e delicato perché è il migliore nel suo lavoro. Ma fallisce. Anche i migliori a volte hanno delle défaillance. Organizza tre turni al giorno per proteggere Ross (che si trova rintanato in un hotel) ma ciò non è sufficiente. Una coppia di killer professionisti riesce comunque ad irrompere nella stanza del mafioso e a colpirlo a morte con un fucile a canne mozze. Anche un giovane collaboratore di Bullitt rimane ferito nell’agguato e per questo il tenente non si darà pace, almeno finché non avrà scoperto chi, come e perché ha interferito con la sua missione.
Integerrimo, taciturno, ostinato e ligio al suo dovere, Bullitt cerca di fare chiarezza; dalla sua parte ha anche Delgetti (si pronuncia “Delgado”), un fidatissimo collaboratore, e il suo capo, il Capitano Bennet, ma stranamente quello che più gli metterà i bastoni tra le ruote sarà Chalmers, quella specie di procuratore che desidera solo portare a deporre il suo supertestimone, ovviamente per meri fini di carriera.
Il soggetto è tratto dal romanzo “Mute Witness” di Robert L. Pike.
Ciò che rende unico questo film, comunque, non è tanto la trama ma lo “stile”, dove con questo termine intendo la cura nella scelta delle location (Frisco e il mini appartamento del protagonista), degli abiti, del montaggio, della colonna sonora, ecc.
Due parole sugli attori.
McQueen epocale. La sua interpretazione del poliziotto figo e tutto d’un pezzo è eccellente. Un vero duro che non si fa intimorire da nessuno, un poliziotto serio e capace, rispettoso dalla legge, che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, nemmeno dalla politica. Ma anche uno sciupafemmine che sa correre in auto e amare le belle donne.
La bella donna – anzi la bellissima donna – della situazione è Jacqueline Bisset. L’ho trovata divina. Minuta, sobriamente sexy, con due splendidi occhi azzurri. Recita in poche scene. Molte delle quali semisvestita tra le lenzuola del bel poliziotto protagonista.
La responsabilità di impersonare Chalmers se l’è pressa Robert Vaughn. Una faccetta stronzetta con mento pizzuto e capelli liscissimi e pettinatissimi (con tanto di riga di lato). Più che elegante. Il taglio classico dei suoi abiti da sartoria contribuisce a farlo risultare perfetto per il ruolo del politicante.
Simon Oakland fa il Capitano Bennett, il vecchio poliziotto padre di famiglia, un po’ burbero ma bonario, serio, severo e taciturno, che si assume sempre la responsabilità dei passi falsi che Bullit fa durante le sue indagini.
Don Gordon è la spalla perfetta per McQueen. Una specie di braccio destro che esegue alla lettera tutti gli ordini impartiti da Bullitt, il collega che tutti i poliziotti vorrebbero avere.
Norman Fell (il signor Roper della serie tv “Tre cuori in affitto”) interpreta il capitano Baker, una specie di lacché al servizio di Chalmers.
Pat Renella dà il volto al mafioso John Ross.
Nota personale: ho rivisto questo film perché della trama non ricordavo quasi nulla. So che si tratta di una specie di pellicola di culto. Io mi ritrovo appassionato perché adoro l’omonimo tema della colonna sonora, composto ed eseguito da Lalo Schifrin.
La scheda di IMDb.com, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.