Ladro lui, ladra lei

di Luigi Zampa (Italia, 1958)
con Alberto Sordi, Sylva Koscina, Mario Riva, Ettore Manni,
Mario Carotenuto, Alberto Bonucci, Anita Durante,
Mino Doro, Vinicio Sofia, Carlo Delle Piane, Marisa Merlini

Commediuccia leggera cucita addosso a Sordi, tutta costruita intorno alla sua capacità di interpretare straordinariamente il lessico e la mimica del borgataro romano.
Cencio (Sordi), un simpatico galeotto che entra ed esce continuamente dal carcere di Regina Coeli, torna finalmente a casa, dopo l’ennesimo indulto. Nella sua borgata troverà la gente che conosce da una vita, sua madre che lo attende paziente a casa e Cesira (Sylva Koscina), la vicina giovane e bella – diciamo pure bona – ormai cresciuta e in età da marito. L’amicizia che lega i due ragazzi da una vita, ma soprattutto la voglia di fidanzarsi con Cesira, porterà Cencio ad aiutarla a trovare riscatto da una serie di torti subiti.
Durante la sua permanenza nel penitenziario, infatti, Cesira ha iniziato a lavorare in alcuni negozi di tessuti come commessa ma è stata costretta cambiare diversi datori di lavoro in quanto tutti hanno tentato di molestarla. Ebbene sì: molestie sessuali – anche se il film, essendo appunto una commedia, ci scherza molto su, arrivando spesso ai limiti di un umorismo triviale da osteria attraverso l’uso spropositato di doppi sensi.
Insomma, appena viene a conoscenza di questi ingiusti e fastidiosi episodi occorsi alla sua amica, Cencio decide di farsi vendetta da solo o, meglio, di approfittare della situazione per ricattare i bottegai, di estorcere loro denaro – per essere precisi – magari minacciando di raccontare tutto alle rispettive signore (ovviamente all’oscuro di tutto). Grazie alla sua esperienza, Cencio riuscirà dunque a recuperare un po’ di denaro per Cesira, che finalmente potrà iniziare a riscattarsi dal suo stato di povertà, ma purtroppo i soldi finiranno in fretta.
Quando un giorno Cesira decide di portare al banco dei pegni un orologio che Cencio ha rubato per lei le cose inizieranno a volgere per il verso sbagliato. Il conseguente tentativo di recupero dell’oggetto, infatti, scaturità in una curiosa rapina ai danni di un gioielliere-ricettatore in cui la stessa Cesira rischierà di rimanere invischiata.
Parallelamente alle truffe di Cencio vedremo anche svilupparsi una storia d’amore tra Cesira e il suo ultimo datore di lavoro, un uomo buono e comprensivo che, pur sapendo delle umili origini della ragazza e del suo coinvolgimento in affari poco chiari, le chiederà comunque di sposarlo.
Di Sordi per lo più abbiamo detto.
Sylva Koscina è sepre stata splendida. Bellissima. Lo è anche in questo caso, ovviamente. Qui poi è anche molto molto giovane. All’epoca in cui fu girato questo film aveva appena circa 24 anni.
Mario Riva interpreta due o tre scene nei panni di un bottegaio maschilista e scurrile.
Stessa cosa dicasi per Mario Carotenuto. Magnifico nella scena del banchetto per il suo anniversario di nozze in cui cerca di tenere nascosto alla moglie il tentativo di molestie all’ex giovane commessa mentre Cencio approfitta proprio di quella circostanza per ricattarlo.
Il terzo dei quattro venditori di stoffe è il simpatico Alberto Bonucci.
Il quarto, invece, quello più giovane e con le intenzioni serie, è interpretato da Ettore Manni.
Carlo Delle Piane – anch’egli giovanissimo – ha un piccolo ruolo come carcerato chiacchierone che non riesce a tenere la bocca chiusa.
Marisa Merlini veste i panni di una giovane titolare di boutique che si atteggia da gran signora, cercando di dissimulare il proprio passato da borgatara.
Voto: 5 e mezzo. Poco meno della sufficienza. Albertone è sempre molto divertente ma senza di lui il film non starebbe in piedi. Sembra quasi che la trama sia un pretesto per permettergli di esibirsi nel ruolo da simpatico truffatore da quattro soldi.

La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.