Minority Report

di Steven Spielberg (USA, 2002)
con Tom Cruise, Max von Sydow, Colin Farrell,
Neal McDonough, Steve Harris, Samantha Morton,
Tim Blake Nelson, Lois Smith, Peter Stormare, Kathryn Morris,
Jessica Capshaw, Patrick Kilpatrick, Anna Maria Horsford,
Erica Ford, Michael Dickman, Ann Ryerson, Mike Binder

Dopo un bel po’ di anni ho ri-visto questo film perché – lo ammetto – non ricordavo praticamente nulla.
La trama è nota per cui la riassumo molto velocemente. In un futuro non lontanissimo una divisione della polizia di Washington si occupa di arrestare alcuni criminali ancor prima che compiano un delitto. Questo progetto di “pre-crimine”, basato sulle previsioni di tre sensitivi noti come “precog”, pare funzionare alla perfezione, tanto da essere sul punto di essere diffuso su tutto il territorio degli Stati Uniti D’America. Gli intoppi nascono nel momento in cui lo stesso capo esecutivo del progetto, l’agente John Anderton, viene indicato dal sistema come probabile assassino. Come se non bastasse, nei giorni in cui si verifica questo bizzarro incidente di percorso, l’investigatore federale Ed Witwer fa visita agli uffici della pre-crimine al fine di verificare il corretto funzionamento della stessa e segnalare eventuali anomalie.
Ok, l’idea è buona, ottima anzi. Estremamente originale. Non per nulla è tratta da un romanzo di Philip K. Dick. Dunque il merito non può essere attribuito a chi ha adattato il soggetto e/o agli sceneggiatori, che comunque – va detto – hanno fatto un lavoro più che valido. Ciò che non quadra (al solito) è il modo in cui viene rappresentato il futuro. Ad esempio i computer e la tecnologia: ma come, hai un cervellone centrale interfacciato con la mente umana, controllato attraverso il movimento delle mani davanti ad un gigante schermo a proiezione e non tutti i terminali sono collegati tra loro attraverso una rete? Niente: la rete interna degli uffici della pre-crimine pare non esistere. Non è connessa wireless, né via via cavo. Per portare un file da un pc all’altro gli impiegati usano delle tavolette in plexiglas trasparente. Ridicolo. Nel 2002 non riuscivano a immaginare la condivisione di file tra due pc via rete locale. Bah. Roba da non crederci.
Altra cosa che mi ha dato particolarmente fastidio: perché commistionare la fantascienza con la metafisica? Perché ricorrere alle doti sovrannaturali (e quasi magico/mistiche) di tre speciali esseri umani (i precog) per spiegare la previsione di un delitto? Certo, questa è una critica all’idea di base del romanzo di Dick ma concedetemela ugualmente. Un plot basato esclusivamente su fantascienza pura, ossia su principi pur sempre di fantasia, ma frutto dell’estrapolazione di concetti di fisica e matematica, sarebbe stato molto meglio – almeno dal mio personalissimo punto di vista.
Nota positiva: il futuristico sistema di trasporti cittadino, basato su veicoli dalle linee morbidissime che paiono quasi fluttuare su strade che si stendono su 3 dimensioni (anziché solo su piani orizzontali). Davvero geniale.
Ma parliamo di recitazione. Questo è uno dei pochi film in cui Tom Cruise recita molto bene. Nel novero delle sue pellicole meglio riuscite metterei giusto questa, Magnolia e un paio di altri film al massimo.
Colin Farrell mi ha stupito. Non è mai stato il mio attore preferito. Anzi. Eppure questa volta mi è sembrato perfettamente nella parte. Interpreta un serioso agente governativo mandato alla pre-crimine per controllare con esattezza il funzionamento della macchina burocratica/investigativa che previene i reati di violenza. Incredibile: all’epoca aveva solo 26 anni eppure recitava già come un attore navigato. Davvero bravo.
Max von Sydow è un attorone – non c’è bisogno che lo dica io. Gigantesco. Credibilissimo nella parte del funzionario anziano a capo della divisione pre-crimine. Tra l’altro per l’edizione italiana hanno scelto un doppiatore con un vocione profondissimo che rende il personaggio ancora più intenso.
Buona prova anche per Samantha Morton (nel ruolo della precog Agatha), Kathryn Morris (in quello della moglie del protagonista) e Lois Smith (in quello della scienziata genetista che contribuì alla costruzione del sistema di gestione del pre-crimine, sfruttando le premonizioni dei precog).
Questa volta il voto alla pellicola non lo metto. Non è sempre necessario. Vi basti sapere che la storia è quella di un grande scrittore di fantascienza (uno dei più grandi), che dietro la macchina da presa c’è un regista come Spielberg e che davanti c’è il cast che vi ho citato poco più su. Ne viene fuori un gradevole pastiche sci-fi di matrice filosofica rimpinguato di azione mozzafiato e decorato con estetica futuristica filo-hi-tech.
La domanda che il film ha intenzione di inculcare nello spetattore è: fino a che punto ci si può spingere nella lotta al crimine? Il diritto alla sicurezza di un cittadino confina sempre con la libertà di un altro§; dove inizia l’uno finisce l’altra. E viceversa. Morale: attenzione perché dove c’è di mezzo l’uomo e il suo libero arbitrio è praticamente impossibile prevenire cosa può accadere.

Qui il trailer italiano. Paragonatelo pure con quello originale americano.

La scheda di IMDb.com, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.