Il cigno nero
(Black Swan)

di Darren Aronofsky (USA, 2010)
con Natalie Portman, Mila Kunis, Vincent Cassel,
Winona Ryder, Barbara Hershey, Benjamin Millepied,
Ksenia Solo, Kristina Anapau, Janet Montgomery,
Sebastian Stan, Mark Margolis, Tina Sloan

Grandsissima pellicola. Oscar meritato per Natalie Portman come attrice protagonista. Avrebbero dovuto darne uno anche agli sceneggiatori e al regista. Guarda qui il trailer ufficiale (in italiano).
“Black Swan” racconta la storia di una giovane ballerina, Nina Sayers, una personalità fragile, timida, introversa ma con gravi problemi di stress dovuti ad una madre oppressiva – che la vuole ancora bambina e che ha proiettato su sua figlia le aspettative di una grande carriera che non ha potuto vivere in prima persona – e all’ansia di diventare la prima ballerina del suo corpo di ballo. Pur di far colpo sul coreografo (un algido e infido Vincent Cassel) al fine di farsi assegnare la parte da protagonista nel rifacimento de “Il lago dei cigni”, Nina ingaggia una battaglia contro se stessa, alla disperata ricerca di tirar fuori di se la parte più aggressiva, più ambiziosa, scacciare il suo infantilismo perdente e far emergere il lato più oscuro. Un dualismo Cigno Bianco/Cigno nero che dalla scena, dal palco, arriva a introiettarsi nella mente della protagonista, con conseguenze catastrofiche sia sua vita professionale, che su quella privata. Nina diventa adulta, mette a frutto tutte le sue capacità di ballerina, sviluppa tutto il suo talento artistico, si lascia andare ma perde il controllo su se stessa, soprattutto sulla sua mente, anche se parallelamente allo spettatore viene mostrata la trasformazione fisica del suo corpo in un cigno vero e proprio. E qui mi si permetta di fare i complimenti a chi ha concepito e prodotto tecnicamente gli effetti speciali, in particolar modo per la dinamicissima scena dell’esibizione del cigno nero.
Un elemento fondamentale nello sviluppo della pellicola è il dualismo tra Nina e Lily (il personaggio interpretato da Mila Kunis). Sebbene fisicamente le ragazze si somigliano molto – l’una è quasi lo specchio dell’altra – per certi versi hanno personalità diametralmente opposte. Lily infatti è molto più vitale e spregiudicata di Nina a tal punto da essere un fattore di aiuterà per la “liberazione” della protagonista; tuttavia il loro rimane un rapporto di amore/odio complesso e molto morboso, vissuto in maniera drammaticamente dolorosa dalla protagonista.
A Winona Ryder hanno affidato il ruolo della ex-prima ballerina, ormai quarantenne, che perde il posto quasi solo esclusivamente a causa dell’età, per far spazio ad un rilancio della compagnia.
Barbara Hershey invece interpreta con grande intensità la parte della madre di Nina. Complimenti anche ai truccatori per aver reso le due donne alquanto simili nell’aspetto.
Benjamin Millepied interpreta il primo ballerino della compagnia. In realtà, essendo un coreografo, si è occupato delle coreografie dei balletti realizzati per il film. Incidentalmente ha anche fatto innamorare Natalie Portman e l’ha messa incinta. O viceversa.
Della musica c’è davvero poco da dire. Magnifica. Perfetto accompagnamento per le drammatiche immagini. Per fortuna non ci sono stati tentativi di modernizzazione, trasformazione o adattamento dell’opera originale di Tchaikovsky.
Il film in tag: amore lesbo, ambizione, sogno, doppio, sangue, dolore fisico, carne martoriata, passione, pulsione, rivalità, sensualità, specchio, leggiadria, follia, annientamento.
Voto complessivo: 7 e mezzo. Quasi 8. Diciamo 8 meno meno. Recitazione ok. Regia ok. Musica ok. Unica – minuscola – nota dolente: un po’ troppa camera a mano.

La locandina ufficiale americana è più inquietante e decisamente più bella di quella italiana, che al confronto pare volutamente “depotenziata”.

La scheda di IMDb.com, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.