Il padre della sposa
(Father of the Bride)

di Charles Shyer (Usa, 1991)
con Steve Martin, Diane Keaton, Kieran Culkin,
Kimberly Williams, George Newbern, Martin Short,
B. D. Wong, Peter Michael Goetz, Kate McGregor-Stewart

Erano anni che non vedevo questo film. L’avrò visto mille volte ma mai interamente – credo. Dunque ho approfittato del passaggio in tv di qualche giorno fa per registrarlo (con Faucet) e riguardarlo con calma, godermelo insomma. E vi dico la verità: mi è piaciuto molto, ancora una volta, non solo perché Steve Martin è uno dei più divertenti comici americani viventi, ma anche perché sono stato lì lì per commuovermi nelle scene più tenere tra padre e figlia.
Non credo ci sia bisogno di ricordare la trama di questa commedia, comunque sia, ve l’accenno.
Annie è la figlia ventidueenne di George Banks, il protagonista del film. Dopo sei mesi passati a Roma per studiare, Annie torna e annuncia ai propri genitori di volersi sposare con Bryan, un ragazzo americano incontrato in Italia di cui è perdutamente innamorata. All’inizio, anche se per poco, George sembra intransigente, vuole opporsi al matrimonio, fa resistenza, in quanto vede sua figlia ancora come una bambina, la reputa troppo giovane e ingenua per il matrimonio. In seguito, quando si convince della bontà del ragazzo (e della sua famiglia), George acconsente alle nozze di sua figlia, anche perché non riesce a dirle di no, e da questo punto iniziano i preparativi per il “gran giorno”, ossia una lunghissima maratona che lo vedrà impegnato nel ruolo del capofamiglia taccagno, disposto a tutto pur di non spendere un capitale. Il film in seguito vira verso toni più “sentimentalistici” e si conclude con il ricevimento in cui il padre della sposa, tutto sopraffatto dalla nostalgia per i bei tempi andati, non riesce a rivolgere nemmeno una parola a sua figlia, la sposa.
Due parole rapide anche sugli attori.
Di Steve Martin ho già detto. Aggiungo solo che il film si regge tutto su di lui, cioè con un altro attore al posto suo, sarebbe stato tutto molto noioso.
Diane Keaton nei panni della madre della sposa fa da contraltare al ruolo da “fuori di testa” di Steve Martin. Il suo è un personaggio equilibrato, con i piedi per terra, che condivide sin da subito con sua figlia la gioia di aver trovato l’uomo giusto, che non vuole badare a spese per non sacrificare la riuscita delle nozze e che soprattutto tiene a bada gli assurdi capricci di suo marito.
Kieran Culkin – fratello del più celebre Macaulay – è davvero buffo. Bravissimo nel ruolo del bambino maturo che attraverso gli sguardi spesso redarguisce le gaffe e lo straparlare di suo padre.
Martin Short (odiosissimo, come suo solito) lo troviamo a dirigere i preparativi per la cerimonia nei panni di “Fronk”, un “weeding planner” molto effeminato. Il doppiaggio italiano non credo che l’abbia aiutato a risultare più simpatico.
George Newbern, invece, interpreta il promesso sposo: un ometto di 26 anni con la faccia da rimbambito che di mestiere fa il consulente informatico. Una coincidenza o qualcosa di voluto? Uno sfottò nei confronti dei geek?
Voto alla pellicola 7: le belle commedie degli anni ’90 mettono sempre un po’ di nostalgia ma, anche a distanza di anni, intrattengono ancora alla grande.

Nota grafica: per una volta la locandina originale americana è molto simile a quella italiana.
Nota personale 1: grazie a Kekkoz ho anche scoperto che questo film il un rifacimento di una commedia omonima del 1950.
Nota personale 2: non credo di aver mai visto il seguito “Il padre della sposa 2”. Un giorno di questi recupero.

La scheda di IMDb.com, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.