Made in Italy

di Nanni Loy (Italia, 1965)
con Nino Manfredi, Alberto Sordi, Anna Magnani,
Walter Chiari, Lando Buzzanca, Nino Castelnuovo,
Peppino De Filippo, Aldo Fabrizi, Silva Koscina, Rossella Falk,
Virna Lisi, Lea Massari, Jean Sorel, Catherine Spaak, Giampiero Albertini,
Aldo Giuffè, Marina Berti, Giulio Bosetti, Claudio Gora, Tecla Scarano,
Claudie Lange, Fabrizio Moroni, Andrea Cecchi, Milena Vukotich,
Carlo Pisacane, Mario Pisu, Gigi Reder, Carlo Taranto

Commedia grottesca che mette in mostra tutta una serie di luoghi comuni su vizi e comportamenti ridicoli degli Italiani. I vari sketch – alcuni dei quali brevissimi – sono raccolti all’interno di macrogruppi intitolati: “Usi e costumi”, “Il lavoro”, “La donna”, “Cittadini, Stato e Chiesa” e “La famiglia”.
Gli episodi degni di nota sono 8:
1. quello in cui Alberto Sordi fa ricadere la colpa di una scappatella su sua moglie, nonostante venga beccato a letto con la sua amante;
2. quello in cui Nino Manfrei interpreta un cittadino che cerca invano di ottenere un certificato di residenza ma rimane incastrato negli assurdi meccanismi dell’amministrazione pubblica;
3. quello in cui Aldo Fabrizi cerca di trovare un’occupazione per suo figlio, che si è appena laureato in Giurisprudenza, ma finisce per rassegnarsi a sostenerlo economicamente per diversi anni;
4. quello in cui un’anziana signora, che vive nella miseria più nera in una baraccopoli della periferia romana, preferisce spendere tutto il suo denaro in donazioni alla chiesa, anziché acquistare del cibo per i suoi nipoti affamati;
5. quello in cui un giovane maestro di formazione ultra-cattolica fa lezione in una stalla, invitando i suoi alunni, che si trovano in condizioni a dir poco disagiate, a ringraziare il signore per il meraviglioso mondo in cui vivono;
6. quello in cui una specie di vitellone – un giovanissimo Jean Sorel – fa il filo ad una splendida Silva Koscina, inseguendola con la sua Fiat Cinquecento per un sacco di Km. Quando finalmente riesce a raggiungerla, anziché invitarla ad una notte di passione, preferisce chiederle di poter fare un giro sulla Jaguar guidata dalla donna;
7. quello in cui Peppino De Filippo interpreta un avarissimo bottegaio manipolato dalla sua vecchia madre, un essere spregevole ancor più attaccato al denaro di quanto non lo sia suo figlio;
8. quello in cui Walter Chiari chiede con tanta insistenza la “prova d’amore” alla sua amante (un’affascinante Lea Massari) ma, non appena terminato il rapporto sessuale, s’inventa una scusa patetica pur di sbarazzarsene e poter sgattaiolare al cinema.
Molto buffa la musichetta che accompagna le battute finali di ogni episodio: una di quelle melodie simil-tarantella tipiche della commedia tradizionale napoletana.
Voto complessivo per la pellicola: 5. Massimo rispetto per Nanni Loy ma si poteva fare decisamente di meglio.
Nota: il soggetto e la sceneggiatura sono di Ettore Scola, Ruggero Maccari e dello stesso Nanni Loy.

La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.