Cotton Club
(The Cotton Club)
di Francis Ford Coppola (USA, 1984)
con Richard Gere, Diane Lane, Bob Hoskins,
Gregory Hines, Lonette McKee, Nicolas Cage,
James Remar, Allen Garfield, Gwen Verdon,
Laurence Fishburne, Novella Nelson, Maurice Hines,
Tom Waits, Julian Beck, Fred Gwynne, Jennifer Grey,
Larry Marshall, Joe Dallesandro, John P. Ryan
Film forse non tra i più noti di Coppola, ma sicuramente interessante. Come lo stesso titolo fa intuire, le vicende narrate ruotano tutte intorno allo storico jazz club newyorkese. Amore, jazz e malavita sono i tre ingredienti principali di questa deliziosa pellicola dalle atmosfere noir e un po’ fumé.
Anni ’30. Michael Dwyer, detto Dixie, è un giovane trombettista di bell’aspetto che si esibisce in diversi night club, un musicista molto dotato che suona la cornetta in varie orchestrine jazz. Una notte, dopo essersi esibito al Cotton Club, proprio mentre s’intrattiene a bere con degli sconosciuti, Dixie salva la vita al malavitoso Dutch Schultz, sventando un’attentato dinamitardo ai suoi danni. Sia per simpatia, che per dimostrargli riconoscenza, Dutch decide di assumerlo seduta stante come suo assistente/musicista personale. Come primo incarico Dixie viene assunto per suonare il piano e intrattenere gli ospiti durante un party di Dutch. Il motivo principale per cui è stata organizzata la festa è tentare mettere pace tra i due rivali che si contendono il predominio sui traffici e le scommesse di Harlem: ossia lo stesso Dutch e Joe Flynn – un altro malavitoso. Se ne occupa Owney Madden, il titolare del Cotton Club, ma le cose vanno male perché durante il buffet Schutz perde la pazienza e finisce per sgozzare Flynn con un coltellaccio. Ed è proprio qui che inizia la discesa agli inferi per Dixie. Innanzitutto perché assiste all’omicidio e si rende conto di essersi ficcato nei pasticci, accettando di lavorare per Dutch, e poi perché lo stesso malavitoso gli chiede anche di fare da cicisbeo alla sua amante ufficiale – tale Vera Cicero – una bellissima ballerina del Cotton Club, tanto ambiziosa quanto affasciante, una tipetta testarda e cinica che, in men che non si dica, farà innamorare follemente il bel Dixie. L’amore tra i due comunque tarderà a sbocciare, un po’ perché Dixie sarà frenato dalla paura di scatenare la furia di Dutch, un po’ perché i soldi che prende dal malavitoso gli servono. D’altro canto la bella Vera non pare essere interessata a mollare il facoltoso malavitoso che le ha promesso l’apertura di un esclusivo night club a suo nome. L’altro problema che impedisce ai due di coronare il sogno d’amore è lo sbocciare della carriera cinematografica di Dixie, che lo porterà a restare lontano da New York per diverso tempo.
Nei panni del bel Dixie troviamo un giovanissimo Richard Gere. Cioè non proprio giovanissimo. Nel 1984 aveva già 35 anni ma ci siamo capiti. Bravo, eh, per carità. Convincente anche. Da giovane aveva tutt’un altro fascino, grande stile, per cui è facile credere che piacesse molto alle donne. Anzi, piace ancora. Buffo però vederlo indossare degli occhialini tondi con le lenti oscurite. Lo so: è difficile crederlo, ma pare che gli assoli di cornetta presenti nel film siano stati realmente eseguiti dall’attore. Cioè niente playback: Gere risulta essere anche un discreto trombettista.
Ma quanto era bella da ragazza Diane Lane? Proprio una donnina per cui perdere la testa. Il personaggio che intepreta è giovanissimo (una ballerina caparbia che non ha compiuto nemmeno 20 anni) ma già esprime una verve eccezionale. Nonostante il suo volto fosse così dolce e delicato, l’attrice riesce comunque a dare al suo personaggio una massiccia dose di cinismo e arrivismo. L’accostamento di questi elementi per contrasto fa sì che si possa apprezzare ulteriormente le sue doti recitative. Brava e bella!
A Bob Hoskins la parte di Owney Madden, il paffuto impresario con le mani in pasta un po’ dappertutto, un personaggio che si mostra a volte come gangster spietato, altre come saggio uomo d’affari, un po’ amicone, un po’ trafficone, insomma.
Gregory Hines interpreta un giovane e ambizioso ballerino di tip tap che, in duetto con suo fratello, riesce a calcare le tavole del Cotton Club e a diventare una star del ballo.
La parte del cattivo e ottuso Dutch Schultz spetta a James Remar. Una faccia già molto particolare, arricchita sapientemente da smorfie varie.
Nicolas Cage veste i panni del fratello imbecille del protagonista, una specie di ingordo tirapiedi che si occupa di raccogliere le scommesse clandestine nel quartiere per conto del boss.
Il gigantesco Fred Gwynne interpreta il paziente braccio destro di Owney Madden.
La faccia da cattivo di John P. Ryan è perfetta per la parte dell’iracondo gangster Joe Flynn.
Tom Waits è più che buffo. Straordinariamente simpatico. Per tutto il tempo lo vediamo aggirarsi per il Cotton Club con il sigaro in bocca e un’espressione di sufficienza sulla faccia. Suo il ruolo del direttore artistico del locale.
Piccole parti anche per Laurence Fishburne (nei panni del giovane ma saggio tirapiedi Bumpy Johnson) e per Jennifer Grey (nei panni della cognata del protagonista).
Colonna sonora di John Barry: da recuperare. Jazz e Swing dei bei tempi andati.
Voto alla pellicola 7. Più che la storia o la sceneggiatura, ciò che è apprezzabile del film sono le scene, i costumi, gli ambienti e l’atmosfera che Coppola ha ricreato. Il Cotton Club rivive magicamente negli occhi dello spettatore attraverso gli spettacoli, le esibizioni degli artisti, le musiche, le coreografie dell’epoca, ecc. Il titolo d’altronde spiega tutto: questa pellicola è un chiaro omaggio al club che negli anni ’30 infiammo le notti di New York.
La scheda di IMDb.com, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.