Una vita tranquilla

di Claudio Cupellini (Italia, 2010)
con Toni Servillo, Marco D’Amore, Francesco Di Leva,
Juliane Köhler, Alice Dwyer, Maurizio Donadoni,
Leonardo Sprengler, Giovanni Ludeno

Iniziamo dal voto: 8, 8 e mezzo. Anche di più, dai. Questo film è stupendo. Da vedere assolutamente. Si tratta di un thriller, forse di un noir. Probabilmente è entrambe le cose e qualcosa in più. “Una vita tranquilla” parla di malavita contemporanea e di vite che cercano di redimersi.
Diego ed Edoardo sono due ventenni campani (napoletani?) probabilmente malavitosi. Si trovano nel sud della Germania per compiere qualcosa di poco simpatico. Forse un attentato. Quando l’hotel in cui soggiornano viene improvvisamente evacuato a causa di un’inaspettata esplosione, i due quasi rinunciano al loro intento. Ma pur di non far fallire il piano e di non ritornare alla base con le pive nel sacco, Diego si fa venire un’idea: ripiegare altrove, in un posto tranquillo, in un altra città. Avverte i suoi mandanti del cambio di programma e con Edoardo raggiunge immediatamente “Da Rosario”, un piccolo hotel rustico con ristorante annesso, sito nei pressi di in un bosco. L’omonimo titolare della struttura è un bonario signore italiano di mezza età, pelato e barbuto, che gira per tutto il tempo tra i fornelli con un camice da chef a litigare (per finta) con l’aiuto cuoco, un altro italiano. Di lui sappiamo anche che ha una bionda moglie autoctona sulla quarantina e un figlio di 10 anni circa. Più che italiano, Rosario pare essere campano e stranamente, non appena si accorge dell’arrivo dei due giovinastri paesani, inizia a sentire puzza di bruciato. Lo spettatore capisce subito qui che il tizio che conduce la “vita tranquilla” del titolo ha qualcosa da nascondere. In maniera molto sbrigativa Rosario dà accoglienza ai due nuovi ospiti italiani, offre loro la cena e si sincera che non sia in corso alcuna emergenza. Chi guarda intuisce che Diego e Rosario si conoscono ma, in un primo momento, può solo sospettare quale sia il legame che li lega. Rosario, invece, teme qualche sgradevole sorpresa ma non ha affatto idea di quale sia il motivo che ha portato Diego ed Edoardo nella sua struttura, né può immaginare in che modo verrà coinvolto nella vicenda.
Non vi svelo altro per non togliervi il piacere di gustarvi questa splendida pellicola.
Quanto sia bravo Toni Servillo in ruoli di questo tipo lo sappiamo benissimo, dunque non è il caso di ripertelo ancora. Diamolo per scontato. Aggiungiamo, però, solo un plauso per aver interpretato splendidamente il personaggio di Rosario, usando sia l’italiano – con notevole accento campano, che il tedesco.
La vera sorpresa, per me, è stata l’interpretazione dello sconosciuto Marco D’Amore. Il ruolo del tenace malavitoso, del duro ma riflessivo ventenne, gli è riuscita alla perfezione. Credibilissimo, sin dalla prima scena in cui lo vediamo, impavido, tagliarsi parte del sopracciglio sinistro con una lametta di quelle per il rasoio di sicurezza.
Particolarmente intense anche la recitazione di Francesco Di Leva – nei panni dell’altro giovane malavitoso, molto più sborone, sfacciato, sguaiato e ignorante – e quella di Juliane Köhler, che qui recita il ruolo della devota moglie di Rosario, una donna buona e innamorata che però è convinta per tutto il tempo che la temporana lontanza dal marito sia dovuta alla passione di questi per un’altra donna.
A Maurizio Donadoni hanno dato la buffa parte del cuoco veneto, noioso e logorroico, che contesta continuamente tutte le scelte che il suo datore di lavoro (Rosario) fa in cucina.
Alice Dwyer invece ne esce molto bene come la minuta cameriera, dolce e sexy, che brucia di passione per Edoardo, il misterioso ragazzo italiano, così burbero e impacciato, improvvisamente arrivato dal nulla a scombussolarle la vita.
Leonardo Sprengler è il bambino biondo simil-kinder – un po’ intronatello a dire il vero.
Nota: il regista Claudio Cupellini nel 2005 diresse un episodio del film “4-4-2 Il gioco più bello del mondo”

Qui potete vedere il trailer.
La scheda di IMDb.com, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.