Le vie della violenza
(The Way of the Gun)

di Christopher McQuarrie (Usa, 2001)
con Ryan Philippe, Benicio Del Toro, Juliette Lewis,
James Caan, Taye Diggs, Geoffrey Lewis, Niky Katt,
Dylan Kussman, Scott Wilson, Kristin Lehman, Henry Griffin

Sinceramente mi aspettavo di più da un film scritto e diretto dallo sceneggiatore de “I soliti sospetti”.
“Le vie della violenza” è un film violento e cruento. Lo dice il titolo stesso. Sparatorie e spargimenti di sangue a profusione. La storia c’è, è anche abbastanza originale, anche se non mi ha entusiasmato più di tanto, soprattutto quando volge verso il mistico, verso la spiritualità, la ricerca di Dio, il pentimento, il perdono e questioni affini.
Parker e Longbaugh sono due teppistelli sbandati di basso rango, l’uno poco più che trentenne, l’altro poco più che quarantenne. Per (soprav)vivere fanno piccole truffe, rapine, crimini semplici e rapidi. Un giorno, per caso, mentre si trovano in una banca del seme, origliano una conversazione in cui scoprono l’esistenza di un utero in affitto che vale oro, ossia di una ragazza in attesa di un bambino non suo che, al momento del parto, sarà venduto per un milione di Dollari. Questa specie di assicurazione sulla testa della ragazza – e del nasciuturo – fa loro così tanta gola, che i due banditelli decidono immediatamente di organizzare il rapimento della gestante. L’operazione viene svolta in pochissimo tempo, senza documentarsi, senza raccogliere informazioni e senza porsi domande. I veri guai per Parker e Longbaugh iniziano proprio nel momento in cui riescono mettono le mani sulla ragazza. I due non sanno, infatti, con chi si sono messi a trattare: il (presunto) papà del bambino è un ricco signore che ricicla denaro per la malavita organizzata e che, tra le altre cose, non si fa scrupoli nell’uccidere le persone. A partire dal momento del rapimento, sino alla consegna del denaro del riscatto, la storia si trasformerà in una vera caccia all’uomo con continue rivelazioni che renderanno la trama ancora più complessa e intrecciata. Particolare rilevanza avrà la figura di Joe Sarno (magistralmente interpretato da James Caan), una specie di sopravvissuto – così si autodefinisce – ossia una specie di mediatore professionista della malavita, un “risolvi problemi”, uno che per farsi ascoltare non usa necessariamente le armi, che ha messo la calma e la saggezza a monte di tutto, uno che ha visto così tanti morti, così tanto sangue, e così tanto denaro, che prima di premere il grilletto ci pensa su un centinaio di volte.
Bella prova di recitazione, comunque, per Ryan Philippe e Benicio Del Toro. Entrambi sono due bellocci qui nel ruolo di uomini tosti e dannati. Due tipici manzi che fanno perdere la testa alle spettatrici di tutte le età. Philippe sembra anche più adulto con la barbetta incolta e i riccioli biondi spettinati. Gay alert: per gran parte del film è sudato ed indossa una canottiera! Del Toro, nella coppia, è il più riflessivo, dà l’idea di essere quello con più esperienza, quello che si accorge prima del casino in cui si sono andati a fiondare. Ma anche Philippe ha i suoi momenti di gloria, soprattutto quando mostra il suo lato più dolce e tenero nei confronti della bella rapita.
Juliette Lewis non mi è mai piaciuta – esteticamente parlando. Devo ammettere, però, che a recitare non è malaccio. L’apprezzai già ai tempi di “Cape Fear”. Qui interpreta una ragazza incinta poco più che ventenne, apparentemente dolce, indifesa, impaurita e disorientata. Al momento giusto, però, la sua Robin saprà tirare fuori gli artigli e difendersi dalla prigionia a cui è stata costretta.
Scott Wilson è Mr. Hale Chidduck, il vecchio riciclatore del denaro della malavita, ossia il padre del bambino che sta per nascere.
A Taye Diggs hanno dato la parte del damerino in giacca e cravatta: suo il ruolo di uno dei due body guard ingaggiati da Mr. Chidduck per controllare che nulla accadesse alla gestante.
Geoffrey Lewis fa tenerezza: interpreta un vecchio ubriacone che viene chiamato in causa giusto un momento prima di siucidarsi.
Dylan Kussman, invece, fa la parte del giovane medico sfigato: il ginecologo ingaggiato da Chidduck per seguire la ragazza incinta.
Kristin Lehman è Francesca: la giovane signora Chidduck, una bionda finto-algida e stronza, interessata solo a mettere le mani sul bambino che sta per nascere.
Voto alla pellicola: 6.

Nota personale: film acquistato in DVD su di una bancarella per soli 3 Euro.

La scheda di IMDb.com, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.