Toy Story 3 – La grande fuga
di Lee Unkrich (Usa, 2010)
Ancora una volta la Pixar mi ha entusiasmato, sopreso e persino fatto emozionare. Il terzo capitolo della saga “Toy Story” è forse il più bello – anche se ammetto di non ricordare benissimo gli altri due.
Ancora una volta i giocattoli sono protagonisti. La storia, raccontata dal loro punto di vista, è davvero emozionante. Il tema principale che viene messo in scena è il momento del distacco dall’infanzia all’età adulta. Altri temi interessanti trattati, anche se secondari sono: l’amicizia, il governo dispotico antidemocratico, la potenza delle masse (l’unione fa la forza), la caparbietà e la forza d’animo, le turbe psichiche che possono derivare dalla mancanza d’affetto, l’eccessiva turbolenza dei bambini in età pre-adolescenziale, la fiducia, la fedeltà, la cieca ottusità della catena di comando militare e altro ancora.
Un po’ di retorica in tutto ciò è presente – inutile negarlo – ma il fenomeno viene rappresentato in maniera originale, da un punto di vista originale ed insolito. Anche il fattore nostalgia è molto forte ma si tratta pur sempre di qualcosa di sopportabile. Diciamo pure, insomma, che la simpatia che ispirano molti giocattoli (vedi i piccoli piselli nel baccello o il cavallo Bullseye) e alcuni personaggi umani (vedi, ad esempio, la bimba Bonnie) mitiga il tutto, facendo cioè da contraltare alla sdolcinatezza in cui si può cadere facilmente raccontando questi temi.
Per quanto riguarda il doppiaggio italiano vorrei quasi soprassedere. Il film l’ho visto solo in Italiano per cui non posso fare paragoni. Tuttavia lasciatemi dire che avrei fatto scelte diverse per i doppiatori italiani – pur essendo tutti tecnicamente molto validi. L’unica mia citazione di merito va a Fabio De Luigi a cui è stato chiesto di dar voce all’effeminatissimo personaggio di Ken. Ancora mi sto chiedendo se la Mattel abbia letto lo script prima di dare l’autorizzazione all’uso del nome e dell’immagine di questo giocattolo. Per fortuna, invece, Barbie ci esce abbastanza bene. Il telefono a disco con le ruote della Tomy è stato doppiato da Gerry Scotti. Va bene, ci voleva una voce calda, amica, non giovanissima… ma ci rendiamo conto!? Gerry Scotti. Bah.
Forse è inutile ripeterlo ancora una volta ma lo farò: i film della Pixar non sono per bambini. O meglio: non solo SOLO per bambini. Son capaci di far divertire tutti, indipendentemente dall’età. E con il termine “Divertimento” qui non intendo ristrettivamente lo sbellicarsi dalle risate ma il godersi uno spettacolo di ottima fattura, sia per gli occhi, che per la mente, il cuore, l’anima, ecc.
Nota 1 sul piccolo corto animato che precede il film: spettacolare. Un’idea geniale realizzata in maniera semplice ma deliziosa. Il giorno e la notte che s’incontrano e si scontrano mostrando i loro lati positivi e negativi. Il balletto tra i due “layer” – chiamiamoli così – mi ha ricordato un po’ i fasti orchestrali del film Disney “Fantasia”.
Nota 2 sul 3D: tecnicamente notevole ma quasi inutile. Oh, io dopo i primi 3 minuti ho dimenticato di avere gli occhiali sul naso e non ho fatto più caso alla profondità di campo. Come dire: in 2D avrei apprezzato tutto allo stesso modo. Ancora non vedo grossi motivi per sbalordirsi. Passata la meraviglia della prima visione, resta ben poco.
Nota 3 sul Cinestar di Andria – il cinema multisala dove ho visto questa pellicola in 3D. Ottima l’idea di far acquistare allo spettatore gli occhialini 3D al costo di un solo Euro. In questo modo l’oggetto diventa personale, ossia non ci sono problemi d’igiene e lo spreco è ridotto al minimo, perché il singolo pezzo è riutilizzabile mille volte. Ad ogni modo, nel 2010, in Italia, 10 Euro per la visione di una sola pellicola, a mio modesto parere, rimane una cifrà troppo elevata.
Attenzione: guardando il trailer in 3D del nuovo episodio di Shrek m’è venuto un dubbio. Mi sono chiesto: perché alla fine del trailer hanno scritto “Disponibile anche in 2D”? Non avranno mica paura che qualche potenziale spettatore non vada al cinema perché ha recepito l’informazione sbagliata, ossia che quella pellicola venga proiettata solo con il costosissimo 3D? Secondo me qualche dubbio sugli sviluppi di crescita degli incassi legati a questa tecnologia iniziano ad averlo anche le stesse major del cinema.
La scheda di IMDb.com, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.