La tragedia di un uomo ridicolo
di Bernardo Bertolucci (Italia, 1981)
con Ugo Tognazzi, Anouk Aimée,
Laura Morante, Ricky Tognazzi, Victor Cavallo,
Renato Salvatori, Vittorio Caprioli
Devo essere sincero: questo è un film che non ho capito. Sarà un limite mio ma il finale è troppo “aperto”, non spiega nulla, lasciando troppo all’immaginazione dello spettatore. Chissà perché.
La trama: Primo Spaggiari è un ricco imprenditore sessantenne della provincia di Parma. Vive con sua moglie in una grande casa di campagna, attigua al caseificio di cui è proprietario. Un giorno suo figlio Giovanni viene rapito da alcuni sconosciuti mentre sta tornando a casa in macchina. Il caso vuole che Primo assista incredulo alla scena dal terrazzo di casa perché proprio in quel momento stava osservando l’orizzonte con un binocolo. Da quel momento la vita di Primo e di sua moglie cambieranno radicalmente. Non sapranno come comportarsi di fronte a questa immane sciagura. Il loro primo pensiero è quello di vendere tutti i loro averi, caseificio in primis, per ragranellare il denaro atto a soddisfare le richieste dei sequestratori. Più avanti invece optano per farsi prestare a strozzo da dei notabili locali l’invidiabile cifra di un miliardo di Lire. Nel frattempo le loro esistenze vengono sconvolte anche dalla stretta sorveglianza che gli riserva la polizia, dalle strane lettere autografe di loro figlio che arrivano per conto dei sequestratori e dalla presenza di una ragazza che si identifica come la fidanzata di Giovanni e di una specie di operaio con la vocazione per il sacerdozio. Col passare dei giorni Primo scoprirà anche – suo malgrado – di non conoscere affatto suo figlio. Una delle rivelazioni più sconvolgenti sarà la vicinanza di Giovanni a gruppi dell’estrema sinistra rivoluzionaria.
C’è un sottotesto politico (neanche poi tanto “sotto”) che mi sfugge. Il periodo storico rappresentato è quello che viene definito “gli anni di piombo” ma il film vuol essere di condanna o uno sberleffo alla potenza rivoluzionaria delle nuove generazioni? L’uomo ridicolo del titolo è il protagonista: molto probabilmente è questa la figura che il film vuole prendere di mira, ma non è forse vero che, così come viene rappresentato, suscita nello spettatore anche un certo senso di epatia? Non si prova compassione per un genitore dilaniato dalla tragica fine del suo unico figlio?
Tognazzi in queste prove rendeva lampante il concetto per cui anche un grande comico è capace, se lo vuole, di rendere sublime un’intrerpretazione drammatica.
Anouk Aimée riesce a dare con grande profondità il senso di dolore che una madre prova per la disgrazia di suo figlio. I modi da gran signora, il fascino elegante e l’apparente distacco sentimentale sono tre elementi fondamentali che rendono questa interpretazione magnifica.
Molto buona la scelta di prendere Victor Cavallo per il ruolo dell’addetto al letamaio. Semplice, non sofisticato, quasi rozzo, con marcato accento romano (nonostante il film sia ambientato in Emilia Romagna) dà bene l’idea della classe operaia.
Laura Morante in una delle sue prime grandi prove d’attrice se la cava egregiamente. Nonostante la scena di nudo, la bellezza qui non è sicuramente uno dei suoi punti di forza. Ha dimostrato invece di saper affrontare e affiancare con dignità un attore di gran carriera come Tognazzi. Non deve essere stato semplice recitare con un gigante così, soprattutto nelle scene tête-à-tête.
Ricky Tognazzi appare in pochissime scene. Praticamente inutile. Potevano prendere anche un altro, sarebbe andato bene ugualmente. Forse il suo unico plus è stato l’essere sul serio il figlio del protagonista non per il presunto nipotismo ma per la ovvia somiglianza.
Vittorio Caprioli, nei panni del maresciallo dei Carabinieri, incarna la linea comica: un elemento di cui si sarebbe potuto francamente fare a meno.
Nota: l’immagine che vedete in alto non è la locandina del film ma la copertina del disco che contiene la colonna sonora. Le musiche sono del M° Ennio Morricone.
La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.