Fiore di cactus
(Cactus flower)
di Gen Saks (Usa, 1969)
con Walter Matthau, Ingrid Bergman, Goldie Hawn,
Jack Weston, Rick Lenz, Vito Scotti, Eve Bruce,
Irene Hervey, Matthew Saks, Irwin Charone
Splendida commedia sentimentale, di quelle che si facevano una volta.
Un dentista scapolone, tale Julian Winston, corre da una delle sue tante ragazze (Toni – l’ultima in ordine di tempo), alla notizia che questa ha tentato il suicidio. Messo alle strette da un forte senso di colpa e dal rischio che la situazione possa ripetersi, decide di sposare la ragazza. La cosa sembra semplice ma non lo è in quanto Julian, in precedenza, ha raccontato a Toni di essere già sposato. Inoltre Toni s’impunta: vuole assolutamente conoscere la moglie di Julian prima di accettare la proposta di matrimonio, perché vuole essere certa di non essere una sfascia-famiglie. A questo punto Julian si vede costretto a chiedere l’aiuto alla sua fedelissima assistente, Miss Dickinson, che da sempre è segretamente innamorata del suo capo.
Walter Matthau eccelso, come al solito. Questi, d’altronde, erano proprio i film che meglio gli riuscivano.
Goldie Hawn è giovanissima: nel film il suo personaggio ha 21 anni. Quando l’ha girato, invece lei ne aveva 24. Stiamo lì insomma. Magrissima, biondissima e svampitissima: esattamente ciò che il ruolo richiedeva. Nulla da eccepire in merito. Bravo il cast ed il regista a sceglierla per la parte della giovane commessa di un negozio di dischi che s’innamora a tal punto di questo bel medico maturo e che arriva a suicidarsi per lui – tra l’altro solo perché una sera lui le dà buca, non prensentandosi ad una cena a lume di candela a casa di lei.
Buona anche l’idea di prendere Ingrid Bergman nel ruolo dell’assistente del medico. Ci voleva una grande attrice, una tipa in grado di recitare sia la parte della diligente segretaria, che quella della dura dal cuore tenero. Non è mai molto bello usare il termine ‘spalla’ ma bisogna ammettere che qui la Bergman è perfetta nel reggere il testa a testa con Matthau – e viceversa. I loro dialoghi hanno un ritmo incredibile. Funzionano alla grande. Precisi e sincronizzati.
La storia è ambientata a New York ma il 90% delle scene si svolge al chiuso. Come dire: quando i dialoghi e la sceneggiatura sono tutto.
Pellicola da vedere assolutamente. Voto 7 e mezzo.
Lo consiglierò alla Signora Maria, ne andrà pazza.
La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.
organizzeremo una proiezione. mi fido ciecamente dei suoi consigli, lei lo sa. :]
@signora maria: troppo buona. Farò in modo che lei possa vederlo. :)