Duplicity

Duplicity

di Tony Gilroy (Usa, 2009)
con Julia Roberts, Clive Owen,
Paul Giamatti, Tom Wilkinson, Carrie Preston,
Thomas McCarthy, Wayne Duvall, Dan Daily, Fabrizio Brienza,
Rick Worthy, Oleg Stefan, Denis O’Hare, Kathleen Chalfant,
Robert Bizik, Lisa Roberts Gillan, Lucia Grillo, Andrea Osvart

Spy story contemporanea con i ritmi, il montaggio e la colonna sonora molto simile ad uno qualsiasi degli episodi della saga “Ocean’s”.
Durante una missione, le spie Claire Stenwick e Ray Koval s’incontrano per caso e, dopo un breve gioco di seduzione, finiscono a letto. Il mattino dopo Ray scoprirà di essere stato drogato e derubato da Clair. Passano alcuni anni. I due vengono a contatto ancora una volta e saranno ancora scintille di passione. Questa volta però, dopo un lungo chiarimento, tra i due sboccerà il vero amore, tant’è che Claire e Ray decideranno di uscire dalle intelligence da cui dipendono, mettersi a lavorare per aziende private e giocare “in proprio” una partita da 40 milioni di Dollari.
Fate attenzione: la trama è un tantino complessa. Non distraetevi durante la visione poiché parecchi personaggi fanno il doppio e il triplo gioco. C’è da confondersi facilmente.
Julia Roberts è sì una bella donna ma qui dovrebbe svolgere il ruolo della femme fatale che con un colpo di fulmine fa perdere la testa seduta stante alla spia-fustacchione. Non vorrei essere polemico e cattivo ma lasciatemi dire “Mah!”
Clive Owen come spia ci può stare. Tra l’altro, ormai, dopo il muratore Daniel Craig, chiunque può fare l’agente segreto, no?
Tom Wilkinson e Paul Giamatti come alti dirigenti di multinazionale funzionano bene. Sono abbanstanza seri e maturi da risultare credibili. E poi in abito scuro stanno benissimo.
Di Denis O’Hare non so che dire. O meglio: l’ho sempre visto in altri panni. La sua faccia è più indicata per ruoli ‘da cattivo’, piuttosto che da spia industriale.
Andrea Osvart appare per un attimo, durante una delle scene ambientate a Roma: la vediamo seduta ad un tavolino a conversare amabilmente con il protagonista maschile. Bastano pochi secondi per ricordarsi quanto sia bella.
Voto globale alla pellicola: 6. Film un po’ lunghetto e confusionario.
Consigliato solo a chi apprezza i film spionistici e quelli ‘stilisticamente moderni’. Ah beh, sì, certo: anche a tutte quelle donne che vanno in visibilio di fronte al fascino rude di Tronco Owen.
Nota: Tony Gilroy (il regista di Michael Clayton), oltre ad aver diretto la pellicola, ne ha anche scritto la sceneggiatura.

La scheda di IMDb.com, quella di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.