Sono io che me ne vado
di Violetta Bellocchio
Mondadori Strade Blu – pagg. 352 – 18 Euro
Questo è il primo romanzo di Violetta Bellocchio. Non saprei come definirla: giornalista, scrittrice, blogger? Fate voi. Non importa. Quello che conta qui è l’opera. Un’opera prima decisamente valida.
“Sono io che me ne vado” racconta di una ragazza, una ventinovenne un po’ sopra le righe – ma neanche tanto, se vogliamo. Una ragazza che si fa chiamare “Layla” decide di andare a vivere in Versilia, da sola. Chi ha avuto modo di conoscerla sa che non è una che si possa definire proprio socievole. Una volta arrivata lì si mette in testa di aprire un bed & breakfast. E ci riesce, grazie anche all’aiuto di un ragazzo, Sean: una specie di mormone con i capelli rossi dalle strane origini, taciturno e strampalato. Un duo davvero fuori dal comune che riesce a condire le pagine di gradevolissimi dialoghi.
Non vorrei svelare molto ma sappiate che si tratta sostanzialmente di un testo d’Amore. Con la A maiuscola. E di abnegazione. Per altro senza che, nelle oltre 300 pagine, ci sia nemmeno una storia di sesso, romanticherie, un bacio o parole sdolcinate.
Ho particolarmente apprezzato il capitolo dedicato al racconto del modo in cui Layla, la protagonista, si diverte a spezzare il cuore agli uomini che incontra.
Da notare pure l’esplicito riferimento alla bibliografia di Chuck Palahiunk nel nomignolo che la protagonista dà al suo compare: “Diurno”.
Vi riporto la magnifica frase presente sul frontespizio: «Se permetti agli altri di trattarti da vittima, forse avrai la vita più facile ma non ti libererai mai della loro compassione».
Ottima lettura. Consigliata a chi è stufo di leggere le solite cose.
Il sito ufficiale del libro.
La scheda di Bol.it e quella di Ibs.it.