Solo un padre

Solo un padre

di Luca Lucini (Italia, 2008)
con Luca Argentero, Dianne Fleri,
Claudia Pandolfi, Fabio Troiano, Anna Foglietta,
Sara D’Amario, Alessandro Sampaoli, Francesca Vettori,

Michela Gatto, Fabiana Gatto, Gianni Bisacca, Elisabetta De Palo

Questo è uno di quelli che si possono definire film vaginali. Il cinema dove sono stato io (una sala parrocchiale che proietta pellicola d’essai) era pieno di ragazze. O meglio: di donne, tra i 20 e i 45 anni. Ed ogni volta che il regista staccava sul primo piano del protagonista era tutto un “Ooooooh!”, un darsi di gomito, di risatine complici. Qualcosa di davvero fastidioso, credetemi.
Che Luca Argentero sia un bell’uomo è evidente. Palese! Non c’è neanche bisogno di ammetterlo. Però non si può andare a vedere un film solo perché si è attratti dal fascino del protagonista e soprattutto non ci si comporta così in sala. Andiamo! Siamo adulti.
Passiamo al film. Si tratta di un dramma molto semplice ma non banale. Carlo, un giovane dermatologo (tra i 35 e i 40 anni) rimane vedovo. Sua moglie Melissa è morta durante il parto della loro primogenita, Sofia detta “Fagiolino”. Nonostrante faccia di tutto per nascondere la propria sofferenza e mostrarsi sereno, a fine pellicola cederà ai sentimenti e schiuderà il suo cuore per accogliere l’amore della giovane ricercatrice universitaria che ha ingaggiato come baby sitter per la sua piccina.
Si tratta di un film semplice ma fortunatamente non banale. Non mi è piaciuto granché ma va detto che ha il pregio di avere nella trama un piccolo colpo di scena, verso il finale.
Di Luca Argentero ho già detto. È un bellone. Un giovane uomo molto affascinante. Ormai è un attore fatto. Praticamente tutti hanno dimenticato che è stato un partecipante del Grande Fratello 3. Fortunatamente non deve dimostrare più niente a nessuno. Sa recitare: lo sappiamo. Per cui poteva anche risparmiarsi quelle decine di faccette che lo rendevano ‘sintetico’, falso e odiosetto.
Diane Fleri è molto dolce. Bella, non bellona, né bellissima. Fa molta tenerezza il suo essere (apparire) indifesa, gentile, premurosa. Il suo forte accento francese la rende ancora più buffa e adorabile, se possibile. Ebbi modo di apprezzarla già nel film “Mio fratello è figlio unico”. E questa sua nuova esperienza sul grande schermo non fa altro che confermare la mia prima impressione. Brava! Speriamo abbia sempre più spazio nel cinema italiano.
Claudia Pandolfi ha davvero poche scene per poter esprimere un parere sulla sua performance attoriale. Diciamo che l’hanno truccata molto; nel film sembra quasi che abbia più anni di quelli che realmente ha (35). Forse l’effetto era voluto, per fare da contrasto con la giovinezza e la freschezza della baby sitter. Allora si spiegherebbero anche i chili in più e la pettinatura ‘anziana’.
La recitazione di Anna Foglietta è davvero sopra le righe. Capisco che il suo è un personaggio macchietta: la zitella fastidiosa che non ha superato il trauma di essere stata mollata dal fidanzato storico, quella che si è comprata un gatto per non sentirsi sola, quella che tutti vogliono appioppare al vedovo belloccio… ma insomma. Si poteva anche contenere un po’ nel tratteggiare il suo personaggio.
Fabio Troiano è il giullare della compagnia. Il più brillante del quartetto di giovani dermatologi dello studio/laboratorio in cui lavora il protagonista. Dunque ruolo azzeccato per lui.
Alessandro Sampaoli l’abbiamo già visto nella trasmissione che Ambra Angiolini conduceva su Mtv (“Stasera niente Tv”) e al fianco di Giobbe Covatta ed Enzo Iachetti nella sit-com “Medici Miei”. Qui fa la parte dell’altro giovane medico dello studio. Un omosessuale tratteggiato attraverso il solito, classico stereotipo dell’omosessuale (allegro, gioviale, sensibile, effemminato, bravo in cucina, premuroso, ecc.). Buona prova come attore per lui ma – ahimé – pessima caratterizzazione.
Le piccole gemelle Gatto, ossia le due bimbe che sono state ingaggiate per recitare il personaggio di Sofia “Fagiolino”, hanno una faccia troppo buffa. Anche loro sono adorabili. (vedi locandina)
La colonna sonora non è malaccio anche se al suo interno è presente qualche pezzo un po’ ruffiano finalizzato a strizzare l’occhio al pubblico femminile che soffre le pene d’amore: “Everybody Hurts” dei R.E.M. Stesso discorso per di “Sunrise” di Norah Jones. Il tema, comunque, è gradevole e melodico. Si tratta di “Per Fare a Meno di Te”, interpretato da Giorgia: un brano che resta in testa per tutta la durata della pellicola. E se lo dico io che non sono un fan di Giorgia, credeteci!
“Solo un padre”, comunque, non è tutto un pianto. La drammaticità più o meno intensa è spesso diluita in alcune situazioni più leggere, dalle velleità brillanti. L’opera infatti è tratta dal romanzo di Nick Earls intitolato “Avventure semiserie di un ragazzo padre”.

Il sito ufficiale. Il trailer ufficiale.
La scheda di Wikipedia Italia, quella di MyMovies.it e quella di Cinematografo.it.