Nella società degli uomini
(In the Company of Men)

di Neil LaBute (Usa, 1997)
con Aaron Eckhart, Matt Maloy,
Stacy Edwards, Mark Rector, Emily Cline,
Jason Dixie, Michael Martin, Chris Hayes

Pellicola interessante che gira intorno alla malvagità e al cinismo dell’uomo. Un film tutto basato sui dialoghi tra i protagonisti. Struttura lineare e cadenzata. Semplicissimo da seguire. Efficace.
Chad e Howard sono due giovani uomini – tra i 30 e i 40 anni – che lavorano per una grande azienda, una specie di multinazionale. Oltre che colleghi sono amici, molto amici, sin dai tempi dell’università. Abbandonati dalle rispettive compagne (il primo dalla moglie, il secondo dalla fidanzata) e affranti per il modo in cui sono stati scaricati, decidono di vendicarsi. Durante le sei settimane che saranno costretti ad una trasferta per lavoro, sedurranno una donna per poi abbandonarla. Da maschi feriti nell’orgoglio quali sono – o meglio: quali si sentono – hanno un solo obiettivo: far provare ad una donna quello che è stato fatto provare a loro. Una dolce segretaria di nome Christine – peraltro audiolesa – sarà la vittima del loro crudele gioco. Non tutto però va come avevano previsto, perché Howard finirà per innamorarsene sul serio.
Aaron Eckhart è perfetto per il ruolo del bastardo senza cuore. Lo abbiamo già visto nei panni dell’uomo tanto crudele quanto affascinante nel film “Thank You For Smoking”.
Anche la scelta di Matt Maloy per il ruolo del giovane uomo dai buoni sentimenti è alquanto azzeccata.
Stacy Edwards, invece, l’ho trovata molto dolce ed affascinante, a suo modo. Anche se non bellissima. Forse è l’attrice che recita meglio in questo film. Da ammirare soprattutto le scene finali in cui la vediamo soffire per amore. Tra le altre cose non deve essere stato molto semplice recitare la parte di una sorda con gravi problemi di pronuncia.

La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.