Anno di grazia 2008. La sera della vigilia di Natale tutta la famiglia si riunisce per il tradizionale cenone. Verso la fine, i bimbi si alzano in piedi, salgono sulla propria sedia e dicono una poesia. La piccola è timida. Si vergogna di aprir bocca perché decine di orecchie si apprestano ad ascoltarla. Forse non è timida, forse fa la timida. Ma non importa. Poi cede e parla. Pronunzia tutto d’un fiato il componimento che quest’anno le hanno insegnato. La sua maestra ha pensato: una lirica in inglese fa tanto moderno. Meglio due poesie però. La seconda la facciamo in italiano – metti che i parenti non capiscono. Si parte. Alla seconda strofa Babbo Natale viene tradotto come “Father Christmas”.
Auguri.
Oddio, non oso pensare quali altre scempiaggini possa trasmettere questa maestra.
Da quello che sento in giro, purtroppo, non è un caso isolato e la dice lunga sullo stato attuale della scuola dell’obbligo in Italia (cara Gelmini, prenda nota).
Fortunatamente ci sono anche docenti molto bravi, ma una bambina non può confidare unicamente che la fortuna ad inizio anno le assegni una di queste :(
Infatti Roberto, questo non è affatto un caso isolato.
A me spaventa, ad esempio, la facilità con cui si riesce ad entrare come insegnante in una scuola materna.
La scuola elementare ha le maglie della selezione leggermente più strette, eppure non c’è da stare così tranquilli.
I docenti molto bravi in effetti ci sono e vanno lasciati lavorare, è sugli altri che bisogna concentrarsi.
Ecco perche’ gli italiani sono tra quelli che parlano peggio in Inglese!!