Anno di grazia 2008. La sera della vigilia di Natale tutta la famiglia si riunisce per il tradizionale cenone. Verso la fine, i bimbi si alzano in piedi, salgono sulla propria sedia e dicono una poesia. La piccola è timida. Si vergogna di aprir bocca perché decine di orecchie si apprestano ad ascoltarla. Forse non è timida, forse fa la timida. Ma non importa. Poi cede e parla. Pronunzia tutto d’un fiato il componimento che quest’anno le hanno insegnato. La sua maestra ha pensato: una lirica in inglese fa tanto moderno. Meglio due poesie però. La seconda la facciamo in italiano – metti che i parenti non capiscono. Si parte. Alla seconda strofa Babbo Natale viene tradotto come “Father Christmas”.

Auguri.