Gioco a due
(The Thomas Crown Affair)
di John McTiernan (Usa, 1999)
con Pierce Brosnan, René Russo,
Denis Leary, Ben Gazzara, Faye Dunaway,
Frankie Faison, Fritz Weaver, James Saito,
Charles Keating, Mark Margolis, Michael Lombard,
Esther Cañadas, Mischa Hausserman
Simpatica commediola finto-thriller dal sapore spionistico. Niente di eccezionale ma gradevole.
Thomas Crown, un ricchissimo magnate della finanza, per noia e per amore dell’arte ruba un quadro di Monet da un importante museo di New York. Ad indagare sul furto arriverà non solo il locale dipartimento della polizia ma anche Catherine Banning, un’avvenente perito recupera-furti di un’assicurazione svizzera che inizierà a dare la caccia al ladro manco fosse un segugio inglese.
Ben presto scoprirà il colpevole del furto e gli si metterà alle calcagna per incastrarlo. I due, iniziando a giocare al gatto e al topo, finiranno per innamorarsi l’uno dell’altro. Nella storia ci saranno alcuni colpi di scena dovuti alla scaltrezza di entrambi i protagonisti. L’amore ovviamente cozzerà con gli interessi sia dell’uno che dell’altro. Per entrambi si tratterà infatti di giocarsi il tutto per tutto in un’unica ‘mano finale’, basandosi esclusivamente sulla capacità di fidarsi l’uno dell’altro.
La capacità di questo film – remake di una pellicola omonima del 1968 – di intrattenere è tutta riposta nell’appeal dei due personaggi principali: due star dagli occhi blue e dall’allure ultra-seduttivo.
Pierce Brosnan è perfetto quando si tratta di fare il furbacchione e, a dirla tutta, anche le vesti di miliardario non sfigurano affatto addosso a lui. Sostanzialmente credo che sia stato scelto per questa parte perché in quegli anni fosse suo anche il ruolo di James Bond nella saga di 007.
Renè Russo (all’epoca 45enne) è una bella topolona col crine rosso fuoco. Se il ruolo di scaltra donna d’affari le si addice, non si può dire la stessa cosa per le sue presunte origini brasiliane e la cultura europea. Che la Russo sia un’americanona te ne accorgi da 10 miglia di distanza.
A Denis Leary hanno affidato il ruolo del detective sfigatello che si prende una cotta per la bella agente assicurativa. Buona scelta di cast anche per lui: con quella faccia da cane bastonato e quel taglio di capelli dozzinale risulta credibilissimo.
Frankie Faison fa simpatia: il suo ruolo è quello dell’aiuto detective che si diverte a seguire da vicino i metodi poco convenzionali usati da Catherine nelle indagini.
Faye Dunaway appare in due o tre scene ad interpretare la psicanalista di Crown, a dire il vero un po’ sfrontata per essere un medico.
A Ben Gazzara, invece, hanno lasciato una sola scena in cui cui appare per meno di due secondi nei panni dell’avvocato di Thomas Crown: indossa un grembiule da cucina e pronuncia una sola battuta.
Giudizio complessivo: pellicola disceta, ottima per trascorrere una serata d’autunno senza impegnare tanto la mente. Se ve la foste persa non preoccupatevi: credo che RaiDue la trasmetta 4 o 5 volte l’anno.
La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.
Buon film con alcune trovate che lo migliorano rispetto all’originale, oramai un po’ datato e con un improbabile miliardario rapinatore di banche