Mutande pazze (poster)

Mutande pazze 

di Roberto D’Agostino (Italia, 1992)
con Monica Guerritore, Eva Grimaldi,
Sergio Vastano, Raoul Bova, Giovanni Visentin,
Aldo Ralli, Irma Capece Minutolo, Aldo Busi,
Marisa Merlini, Giulia Urso, Bruno Corazzari,
Giorgio Biavati, Deborah Calì, Delia D’Alberti,
Barbara Kero, Emidio Lavella, Venantino Venantini,
Ivan Lucarelli, Luigi Petrucci, Umberto Raho,
Silvana Bosi, Flavio Andreini

La cosa migliore che abbia fattoRoberto D’Agostino è sicuramente aver aperto il  sito Dagospia. Difatti fare il regista non era un’attivita a lui congeniale e questo film lo dimostra ampiamente.

“Mutande pazze” è una commedia super trash sul dorato mondo dello spettacolo e sulla corruzione che lo governa. A guardarlo con gli occhi di oggi, questo film del 1992 ha anticipato di circa 15 anni lo scandalo denominato “Vallettopoli”, per quanto ce ne fosse bisogno. Non è per fare gli snob o i qualunquisti ma non è che servisse D’Agostino a smascherare quell’ipocrita pratica che vede le aspiranti vallette passare per i divanetti di personalità di spicco.
La storia infatti narra di tre donne che fanno di tutto pur di avere successo nel mondo della tv e del cinema. Una di esse, Amalia, una presentatrice affermata di un programmino scemo, scende a patti con un politico influente pur di avere un programma tutto suo in prima serata, un’altra, Stefania, stanca di posare per servizi fotografici brutti e volgari, usa il suo corpo per sedurre importanti produttori cinematografici, un’altra ancora, Alessia – la giovane sgallettata romana, offre il suo corpo dapprima ad un direttore di produzione e poi ad un politico pur di accrescere la propria popolarità ed emergere dal ruolo di valletta. Le prime due faranno cilecca: la prima rimarrà sola, abbandonata da suo marito che la tradisce, ripagandola con la stessa moneta, e perderà la sua occasione di fare il programma in tv poiché il direttore generale della tv con cui se la intendeva (e che ha conquistato con giochetti sadomaso) viene trombato dal suo stesso partito; la seconda sarà gabbata da un’amica scaltra che le soffia il posto da protagonista in un film erotico di un regista noto. L’unica a farcela sarà la terza, Alessia, che nelle sue mosse è sempre stata guidata da sua madre, una specie di donna manager, tanto ignorante quanto avida e cinica.
La migliore attrice sulla scena è Marisa Merlini: ha poche battute ma se la cava benissimo nel ruolo dell’ingenua zia sarta della valletta Alessia.
Monica Guerritore è una discreta attrice dotata di grande fascino – questo lo sappiamo – ma in questo film, nei panni della cinica conduttrice da divanetto televisivo, forse si butta un po’ via.
Eva Grimaldi si trova benissimo nelle vesti (poche) della scemetta tutta curve di origini veronesi. Mi viene spontaneo chiedermi: ci è o ci fa? Grande attrice o semplicemente le è bastato essere se stessa?
Su Barbara Kero ho qualche difficoltà ad esprimere un opinione complessa. In alcune scene appare caruccia, molto semplice, simpatica. Sulla sua recitazione però credo che non ci sia gran che da dire.
Fa specie vedere Aldo Ralli recitare una maialesca macchietta che tenta di imitare malamente Tinto Brass. Spiace dirlo ma non basta urlare continuamente “W il culo!” e fumare i sigaro per apparire simili al regista di “Miranda”.
Sergio Vastano sbraita sguaiatamente sul palco di una trasmissione tv denominata “Er Colosseo”; non è difficile capire che per il suo personaggio si è ispirato a Gianfranco Funari.
L’imitazione di Vittorio Sgarbi, interpretata da Giovanni Visentin, nonostante renda molto bene l’idea, lascia comunque un gran senso di imbarazzo.

La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.