Spaghetti House (poster)

Spaghetti House

di Giulio Paradisi (Italia, 1982)
con Nino Manfredi, Rudolph Walker, Leo Gullotta,
Néstor Garay, Sandro Ghiani, Gino Pernice,
Elvis Payne, Renato Scarpa, Rita Tushingham,
Eddie Tagoe, Derek Martin, Rudolph Walker

Commedia dal sapore amaro ispirata ad una storia vera.
Cinque camerieri di un ristorante italiano a Londra sognano di fare il grande passo: affrancarsi dal lavoro dipendente, mettersi in società ed aprire anch’essi un ristorante tipico nella capitale inglese. I loro piani però vanno decisamente all’aria quando una notte, all’ora di chiusura, mentre cenano, fanno i conti e si preparano ad andar via, arrivano tre rapinatori neri che per l’inesperienza e la paura di essere presi finiscono per farli ostaggi.
La prigionia dei camerieri, all’interno dei magazzini del ristorante, durerà più di due giorni e non cesserà finché i tre pseudo-malviventi (auto-definitisi Combattenti per il Fronte di Liberazione Negro) si consegneranno alla polizia che li tiene sotto assedio.
Infastidisce un po’ che la sceneggiatura e i dialoghi vertano molto sul presunto paragone tra il razzismo subito dalla gente di colore e le difficoltà che devono affrontare degli onesti immigrati italiani. Il personaggio di Manfredi, infatti, non fa altro che buttarla su cose del tipo “noi siamo padri di famiglia, onesti lavoratori, siamo tutti uguali” e cose così.
La commedia in più punti da amara può trasformarsi in amarissima ma non fa lo scatto necessario, in quanto non ci scappa il morto. Nemmeno per sbaglio.
Manfredi qui è se stesso più che mai. La sua arma vincente è quell’umorismo semplice e semplicistico di chiara origine ciociara.
Nella squadra dei cinque camerieri emigrati ci sono: un giovane sardo che vorrebbe imparare il mestiere di cuoco (Sandro Ghiani), un toscano gagà dai capelli impomatati che si vanta di aver studiato alla scuola alberghiera di Montecatini (Gino Pernice), un marchigiano (Néstor Garay) e un siciliano pauroso e malaticcio, interpretato alquanto sopra le righe da Leo Gullotta.
Non male invece l’interpretazione di Rudolph Walker, nei panni del giovane Capitano Martin che fungendo da elemento serio, duro e riflessivo fa da contraltare alla cialtroneria dei camerieri fifoni.
Renato Scarpa appare in pochissime scene come il ragionere che passa di notte per i vari ristoranti italiani a riscuotere l’incasso e a far conti. Il suo personaggio sarà il primo a svignarsela all’apparire dei rapinatori.
Il soggetto del film è stato ideato dalla famosa coppia Age e Scarpelli; con loro alla sceneggiatura ha collaborato anche lo stesso Manfredi e il regista Giulio Paradisi.

La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.