“Berlin Serengeti”
Radio Citizen
(P) & (C) 2006. Ubiquity Recordings – URCD196
Ti capita di sentire un pezzo (“The Hop”). Lo scarichi, lo ascolti bene. Ti piace. Poi passi all’intero album in cui è contenuto. Anche in questo caso lo ascolti uno, due, tre volte. Ti piace. Molto. Allora lo metti lì, da parte, e lo riascolti ancora, ogni volta che ne hai voglia. Scopri che un’altro brano – “El Cielo” – è stato anche usato in una famosa serie tv americana (Dirt – puntata n. 4 della prima stagione: “What to Expect When You’re Expecting”>). Poi un giorno, in un momento di euforia, spinto da un grande affare fatto su eBay, decidi di comprarne il cd in versione originale. Sempre su eBay.
Questo è esattamente quello che mi è successo con “Berlin Serengeti” dei Radio Citizen. Immagino che una cosa del genere accada a molti. Si sa: ormai lo scaricamento gratuito (e illegale) e il conseguente ascolto-prova di molti brani, ed interi album, in gran parte dei casi precede l’acquisto dell’album stesso in versione orginale.
Anzi vi dirò di più: alcune tracce mi piacevano (e mi piacciono) a tal punto da essere finite dritte nella playlist di alcune puntate di SmeercHouse.
Mente del progetto Radio Citizen è un musicista tedesco che di nome fa Niko Schabel. Ogni traccia è figlia sua. Ne ha scritto musica e testi. Anche la produzione gli appartiene. “Berling Serengeti” è il suo primo album: un concentrato di musica elettronica figlia del suo tempo. Si potrebbe classificare sotto l’etichetta Nu-Jazz, se non fosse questo un termine ormai abusato. Altri lo definiscono acid jazz, future jazz, nu soul, ecc. Ma si tratta sempre di schematizzazioni troppo rigide. Sopratutto perché questo album ha sonorità molto varie. In alcuni pezzi trovate venature sudamericane (“El Cielo”), in altri ci sono suoni orientaleggianti, quasi arabi, (“The Prophets” e “Roads”). Di programmato e sintetico c’è davvero poco. Molti invece sono gli strumenti suonati ‘dal vero’. Lo stesso Schabel ha dato un consistente contributo nel realizzare i suoni veri. Ha suonato po’ di tutto: sax, clarinetto, basso, rhodes, percussioni, piano, piano elettrico, flauto, tamburello.
La quasi totalità dei brani non strumentali è arrichita dalla soave voce di Bajka, cantante trentenne di origini polacche.
La scheda dell’album sul sito ufficiale Ubiquity Recordings.
La scheda dell’album su Discogs.com.