Basta guardarla (poster)

Basta guardarla

di Luciano Salce (Italia, 1971)

con Maria Grazia Buccella, Carlo Giuffré,
Luciano Salce, Mariangela Melato, Pippo Franco,
Riccardo Garrone, Franca Valeri, Pinuccio Ardia,
Spiros Focas, Dino Curcio, Umberto D’Orsi, Stefania Pecci

Commedia grottesca sul mondo dell’avanspettacolo.
Nel basso Lazio arriva una compagnia di teatro itinerante capitanata da un attore siciliano che si fa chiamare SilverBoy (Carlo Giuffré). Con lui ci sono anche un coreografo gay di nome Danilo (Pippo Franco), Marisa (Mariangela Melato) – una prima ballerina di origini lombarde ma che si finge spagnola e altre cinque ballerine di fila. Il caso vuole che una contadinella, apprentemente racchia, di nome Richetta (Maria Grazia Buccella) riesce ad avere due biglietti per il teatro. Alla visione dello spettacolo la giovane ne rimane foglorata. Il suo desiderio è quello di unirsi alla compagnia. E difatti così accade. Aiutata dal coreografo cambia la sua immagine, da anatroccolo scuro e sciatto che era si trasforma in un affasciante cigno e grazie anche alle sue spiccato senso del ritmo viene scelta da SilverBoy come sesta ballerina del gruppo errante. Inizia così l’avventura di Enrichetta – da qui in avanti con il nome di poi Erica – nel dorato mondo dello spettacolo. In pochissimo tempo la giovane s’innamorerà del suo maestro nonché datore di lavoro, ossia SilverBoy, il quale ricambierà sinceramente. Sino a quando almeno Marisa, accecata dall’invidia per la giovane collega – che nel frattempo si è anche guadagnata la stima e la simpatia di tutta i colleghi, metterà i bastoni tra le ruote alla relazione dei due. A SilverBoy, infatti, farà credere che Erica ha una relazione con l’attrezzista tuttofare che segue la compagnia. La gelosia accecherà l’attore che caccerà via in malo modo Erica e tornerà tra le braccia di Marisa. A questo punto alla povera rinnegata non resterà che mettersi al seguito di ad un’altra compagnia, capitanata da un tale molto volgare che usa il soprannome di Farfarello (Luciano Salce). Continuerà a girare l’Italia di teatro in teatro, cambierà ancora una volta nome (da Erica a Erika Rikk) e inizierà a far carriera sul serio. Dopo alcuni mesi Erika riuscirà a riappacificarsi con il suo amato SilverBoy che nel frattempo ha scoperto il tranello che gli era stato teso da Marisa. Ma i problemi non saranno terminati poiché Pedicone (Riccardo Garrone), ossia l’impresario di SilverBoy lo metterà sul lastrico, impedendogli di formare una nuova compagnia con la sua amata Erika.
L’amore comunque alla fine riuscirà a trionfare nonostante ci sarà da superare un bel po’ di altri ostacoli, fraintendimenti ed impedimenti vari.
Maria Grazia Buccella ha una voce un po’ da svampita – amesso che sia stata sul serio lei a cantare i pezzi. Eppure c’è da ammettere che ai tempi era davvero una donna molto bella. Il trucco l’aiuta un bel po’ a diventare fascinosa. La protagonista incontrastata del film è ovviamente lei, nonostante tutt’intorno abbia un sacco di ballerine e altre attrici carine.
Pippo Franco recita al suo solito: il personaggio del gay è al limite dell’imbarazzante.
Carlo Giuffré nei panni dell’attore poliedrico raggiunge punte di comicità grottesca- vedi la retina sui capelli che indossa per dormire, la brillantina, le vestaglie da camera che indossa, il modo in cui impugna il microfono, il siciliano marcato, ecc.
Anche Mariangela Melato non sfigura in quanto tamarraggine. Il suo ruolo vuol essere quello della femme fatale estremamente perfida. Diciamo che le riesce discretamente bene.
Garrone fa l’impresario originario di Formia. Una piccola parte ma dignitosissima. Ricorda quella che recitò nel film “Bello onesto emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata”.
Tanto di cappello a Luciano Salce che si è riservato per questo film il personaggio del capocomico sguaiato, volgare e apparentemente sciupafemmine (vedi impotente).
A Franca Valeri, invece, hanno assegnato il ruolo dell’attrice anziana e di esperienza che prende la giovane soubrette sotto la sua ala protettrice. Forse il ruolo più dignitoso di tutti.
Un tot di simpatia va al grande Umberto D’Orsi che qui fa la parte dell’attore spalla nella compagnia di Farfarello.
Il soggetto del film è di Jaja Fiastri, che ne ha scritto anche la sceneggiatura con Luciano Salce e Steno.
Colonna sonora molto carina. Le musiche sono state composte da Franco Pisano. Da segnalare alcuni pezzi con un marcato doppio senso come “Che piacere nel sedere” e “Coccodea”. Assurdi eppure molto buffi e divertenti.
La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.