L’odore della notte (poster)

L’odore della notte

di Claudio Caligari (Italia, 1998)
con Valerio Mastandrea, Giorgio Tirabassi,
Marco Giallini, Emanuel Bevilacqua, Marina Viro,
Alessia Fugardi, Francesca D’Aloja, Little Tony,

Giampiero Lisarelli, Elda Alvigini, Lele Vannoli,
Federico Pacifici, Marcello Mozzarella, Stella Vorderman
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Film buio e scuro. Un noir all’italiana, potremmo dire. La storia è quella di una gang di rapinatori che circola intorno alla figura di Remo Guerra, un giovane romano sulla trentina, ex poliziotto, che si sente in costante guerra contro la società. Remo è uno che ruba ai ricchi non tanto per denaro ma per sentirsi impegnato, vivo.
I personaggi che gli girano a torno sono tutti particolari. C’è uno – Roberto (Giorgio Tirabassi) – che si è sposato solo perché ha messo incinta una ragazza. Fa rapine solo perché ha bisogno di soldi per la sua famiglia. Tutto sommato si rivela essere una brava persona, uno che ha paura a compiere azioni criminali e che, non appena trova un bar da gestire, approfitta ed esce dal giro. Un’altro – Maurizio (Marco Giallini) – è un latin lover patito di auto e bravissimo al volante. Rapina la gente solo perché ha bisogno di tanti soldi per permettersi di fare la bella vita. Un altro ancora è Marco Lorusso, detto Il rozzo (Emanuel Bevilacqua). Questo è il figlio di un emigrante pugliese che ha passato la vita in una baracca alla periferia estrema della capitale. Il suo unico linguaggio è la violenza. Una persona rozza e poco istruita che non conosce nemmeno il senso dell’amicizia – vedi i prestiti da usuraio che fa al protagonista suo compare quando questi vuole aprirsi un bar.
La storia va avanti tra alti e bassi. Ci sono delle pause, un po’ perché arriva la paura di essere beccati, un po’ perché a Remo capita di innamorarsi di alcune donne ed essere tentato di abbandonare una volta per tutte la strada della malavita di borgata. Un’altra sosta alquanto lunga è dovuta invece al fatto che Remo finisce davvero dietro le sbarre, anche se per pochi mesi e senza coinvolgere i suoi compari. Così facendo, la cricca si scioglierà e riavvicinerà più volte, fino a quando verranno definitivamente catturati a causa delle solite leggerezze nel compiere le incursioni a fini di rapina.
Notevole la colonna sonora, infarcita di bei pezzi che riescono a riprodurre con efficacia lo stile musicale dell’epoca – vedi su tutti i brani di genere trip-hop.
Se non avete visto questo film, comunque, non vi siete persi granché. Mastandrea, ad esempio, è ancora acerbo nella recitazione ma presenta già tutte le caratteristiche del grande attore.
In questa pellicola io, quasi quasi, tra tutti preferisco Marco Giallini. È il volto che più mi fa simpatia. Ma anche Tirabassi non se la cava malaccio, nonostante paia essere anni luce dal successo che poi il pubblico gli ha riservato per l’interpretazione di Roberto Ardenzi in “Distretto di Polizia”.

La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.