Il 7 e l’8 (poster)

Il 7 e l’8

di Giambattista Avellino, Salvatore Ficarra e Valentino Picone (Italia, 2006)
con Ficarra & Picone, Tony Sperandeo, Arnoldo Foà,
Remo Girone, Eleonora Abbagnato, Barbara Tabita,
Consuelo Lupo, Lucia Sardo, Andrea Tidona

Occasione un po’ sprecata per Ficarra & Picone. La commedia è simpatica – si ride – ma risulta incompleta, un’opera priva di chiusura. Davvero peccato.
Il film narra la storia di due trentenni di Palermo: Daniele La Blasca (Valentino Picone), ragazzo di buona famiglia, studente univesitario fidanzatissimo e prossimo alla laurea, e Tommaso Scavuzzo (Salvo Ficarra), scapestrato, scavezzacollo e truffatore di professione. I due si scontrano per puro caso e diventano subito amici/nemici. Poi, dopo aver condiviso diverse disavventure, scoprono di essere nati lo stesso giorno nella stessa clinica della città. Coincidenza stramba. Osservando attentamente alcune foto di famiglia, capiscono che posso essere stati scambiati in culla. Si mettono ad investigare. Rintracciato l’infermiere che la notte in cui nacquero era di servizio nella clinica, riescono a farlo confessare: lo scambio è affettivamente avvenuto. Segue un’altra sorpresa del tutto inaspettata riguardo il concepimento di Tommaso e un viaggio in Calabria alla ricerca del suo vero padre.
Sulla recitazione niente da eccepire. Il cast è davvero da applausi, pur non essendo gli attori i soliti volti noti.
Ficarra & Picone, in primis, danno il meglio. Il film è ovviamente costruito intorno a loro e al loro stile comico. Tra l’altro si sono scritti la sceneggiatura e si sono diretti. Molto bravi.
Eccellente Andrea Tidona nella parte del padre carabiniere di Daniele. Recitare l’uomo all’antica, integerrimo e fortemente attaccato alla famiglia, sembra essere una sua attitudine naturale. Si ride a crepapelle nella scena in cui urla ripetutamente “Muto!” a chiunque cerchi di interromperlo.
Sorprendente Remo Girore nei panni di un malvivente convertitosi alla vita da frate. Eccelso! Non ho mai visto recitare nessuno in quel modo. Giuro! In una scena lo vediamo mettere in scena qualcosa di eccezionale; il sentimento di commozione che riesce ad auto-indursi lo porta a muovere le palpebre inferiori in maniera quasi impercettibile ma soprendentemente realistica. Rimane per diversi secondi con le lacrime agli occhi, sul punto di piangere. Magistrale!!!
Lucia Sardo interpreta la mamma di Daniele; simpaticissime le espressioni che assume, e il modo in ciu si atteggia, nella scena in cui viene allo scoperto la verità sulla relazione pre-matrimoniale che l’ha portata ad essere incinta.
Altro cammeo da premio è quello di Tony Sperandeo. Fantastico nei panni stralunati dell’infermiere pazzoide schizzato, che ha perso la ragione per una questione di superstizione e fortuna, legata alla vincita milionaria di una lotteria di capodanno.

Arnoldo Foà ancora una volta fa il vecchio saggio. Qui lo vediamo con in panni di un padre superiore a capo di un convento calabrese. Mah! Né bene né male. Diciamo non pervenuto. Scene troppo poche e brevi per valutarlo.
Che dire di Barbara Tabita? Bella? Non bella? Non l’ho trovataparticolarmente affascinante. Comunque credo che reciti discretamente. In alcuni punti risulta anche simpatica. Bravi quelli del cast ad averla presa per il ruolo della siciliana doc, sanguigna e gelosissima.
Eleonora Abbagnato, invece, dovrebbe fare la giovane carina che fa perdere la testa a Daniele. Ma secondo me è abbastanza fuori parte, pur essendo decisamente dolce in alcuni frangenti.
Nota sul titolo: il sette e l’otto sono ovviamente i numeri delle culle in cui dormivano i bebè la notte in cui sono nati.
La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.