La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone
di Pupi Avati (Italia, 1974)
con Ugo Tognazzi, Paolo Villaggio,
Gianni Cavina, Delia Boccardo, Alberto Plebani,
Giulio Pizzirani, Gianfranco Barra, Bob Tonelli,
Lucio Dalla, Giorgio Celli, Pina Borione, Carla Mancini,
Lucienne Camille, Andrea Matteuzzi, Cesare Bastelli
Commedia grottesca e sboccata, apparentemente dissacrante ma che nasconde un significato diametralmente opposto: ossia credete nei miracoli e pentitevi.
Un barone romagnolo, tale Anteo Pellicani (Ugo Tognazzi), eredita da un suo vecchio zio una grande villa. Nel frutteto annesso alla villa si trova un albero di fico fiorone sacro e venerato dalla comunità locale. La leggenda vuole che proprio sotto quell’albero sia nato il figlio di una santa (Santa Gerolama) che fu violentata dai barbari, la quale sacrificò così la purezza del proprio corpo per salvare quella delle donne del suo villaggio.
Da ragazzo Anteo, giovane atleta dalla carriera luminosa, fu costretto da suo zio a salire sull’albero sacro come buono auspicio per la partecipazione alle Olimpiadi. Le cose però non adarono per il verso giusto. Il ramo su cui era salito si spezzò, Anteo cadde dall’albero, si fratturò una gamba e da quel giorno non potè più fare sport. Non solo: l’infortunio gli procurò un accorciamento dell’arto e il soprannome di “Gambina Maledetta”.
Insomma da quel giorno Anteo ce l’ha a morte con quell’albero per tutti sacro e per lui invece maledetto. Anteo odia profondamente tutto ciò che è sacro. La sua missione nella vita è quella di vilipendere tutto ciò che si ammanta di sacralità. Famosi sono i suoi scherzi al Papa in persona.
Nel paese Anteo è visto come l’Anticristo in persona. In quel posto tutti i cittadini, che sono devoti alla santa dell’albero, vogliono il suo male.
Dopo averle provate tutte per abbattere l’albero (seghe elettriche giganti, bombe, ecc.), Anteo ha una visione: la santa gli appare proprio come narra la leggenda. E’ proprio in quel momento che avviene la conversione. Anteo si pente, confessa alla santa i suoi peccati, la sua verginità e il suo odio verso le donne. Completamente affascinato dalla visione, decide quindi di seguire pedissequamente la strada che gli indica la Santa.
Sfortuna vuole che la donna apparsa sull’albero (Delia Boccardo) non sia Santa Gerolama ma una donna in carne ed ossa: una prostituta dai capelli rossi che si trova a passare in quelle campagne con il suo camper. Sobillata dal suo magnaccia (un buffo e maldestro Paolo Villaggio) la prostituta, continuando a fingendosi santa, convicerà Anteo a vendere tutte le sue ricchezze, villa compresa, per finanziare un convento dedicato alle suore del fico. In realtà il convento acquistato finirà per essere una casa d’appuntamenti a Vigevano, all’insaputa del povero Anteo che finisce completamente sul lastrico per seguire i voleri della santa a cui ha dedicato la sua vita.
La fine ha un qualcosa di circolare: la prostituta, pentita del soppruso messo in atto, torna al paese, denuncia suo marito (il pappone) e va a trovare Anteo nel frutteto. E’ incinta. Il freddo rigido causa problemi alla sua gravidanza. Mentre si trova lì dapprima partorisce un bambino con grande difficoltà e quindi muore. Anteo ne rimane fortemente impressionato: credendo che sia un miracolo e che sia stata la santa a dare alla luce quel bambino, decide di prendersene cura come fosse suo figlio.
Nota 1: Gianni Cavina, che ha partecipato alla scrittura della sceneggiatura con i fratelli Avati, nel film interpreta un domestico rozzo e ritardato di nome Petazzoni.
Nota 2: Lucio Dalla appare invece come un contadino che si rifiuta di prestare la propria sega elettrica per segare l’albero sacro.
Nota 3: Ricky Tognazzi ha collaborato al film come aiuto regista.
Nota 4: gli effetti speciali sono stati realizzati da Carlo Rambaldi.
La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.