La promessa dell’assassino
(Eastern Promises)
di David Cronenberg (Gran Bretagna, Canada, 2007)
con Viggo Mortensen, Naomi Watts,
Vincent Cassell, Sinéad Cusack, Josef Altin,
Armin Mueller-Stahl, Raza Jaffrey, Mina E. Mina,
Donald Dumpter, Sarah Jeanne-Labrosse,
Mia Soteriu, Michael Sarne, Jerzy Skolimowski,
Aleksandar Mikic, Tereza Srbova
A dire il vero forse questo film è un tantinello cruento ma merita di essere visto. Diciamo pure che Cronenberg continua il filone iniziato con “A History of Violence”: un noir ben fatto, con gran cura dei particolari. Merita complimenti il modo in cui il regista traccia i profili delle personalità di ciascun personaggio.
“Eastern Promises” racconta di una infermiera di poco più di 30 anni e di come si trova invischiata nella storia di una partoriente quattordicenne che muore mentre mette alla luce la sua primogenita. Coivolto nella vicenda anche un autista della Mafia Russa, tanto taciturno quanto fascinoso.
Non dico altro per non svelare ulteriormente la trama e torgliervi il gusto della visione.
Si sappia comunque che Viggo Mortensen, quando non gira a petto nudo, veste un completo elegantissimo da vero gangster: abito scuro e lucido con camicia nera e cravatta tono-su-tono. Eleganza esemplare.
Nota per le signore: durante un combattimento senza vestiti all’interno di un bagno turco è possibile ammirare per pochi attimi le virilità anatomiche di Mr. Mortensen.
A mio parere Naomi Watts ha la faccia un po’ troppo da ‘mollacciona’ per interpretare una giovane donna che da sola si permette di affrontare a muso duro la Mafia russa. Bisogna ammettere però che somaticamente è credibile come figlia di un russo.
Buona la scelta anche di Sinéad Cusack per la parte della mamma dell’infermiera: difatti la Watts le assomiglia molto.
Molto bravo Armin Mueller-Stahl nei panni del vecchio Semyon: serafico e, allo stesso tempo, perfido fino al midollo.
Vincent Cassell è finalmente tornato al ruolo che meglio gli si addice: lo scellerato senza arte né parte. Figlio viziato di un boss mafioso, non sa far altro che ubriacarsi e trascorrere le giornate nel bordello di suo padre. Strisciante anche sul suo personaggio un sentore di omosessualità. Come sempre, tanto di cappello per quegli attori che riescono a prendersi poco sul serio accettando parti come questa.
Azzeccatissimo il personaggio di Azim, interpretato da Mina E. Mina: un barbiere viscido e avidissimo che diventa un verme fifone di fronte alle minacce degli stessi criminali a cui spesso fa da lacché.
Un solo dubbio sulla trama: com’è possibile che una minorenne arriva al pronto soccorso in fin di vita, incinta, con segni di punture d’aghi sulle braccia e un’infermiera frustrata si mette a fare da investigatrice sul caso, anziché lasciare che sia la polizia ad occuparsene?
La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.
bravo!
bel commento!
però la domandina finale te la potevi risparmiare.. dai,se non capitano nei film ste cose!!!!