Bee Movie (poster)

Bee Movie

di Steve Hickner e Simon J. Smith (Usa, 2007)

Il film d’animazione che la DreamWorks ha realizzato per Natale 2007 riempirà i cinema. Non faccio per dire ma negli Stati Uniti ha già incassato oltre 112 milioni di Dollari in poco più di 3 settimane. L’ho appena visto è mi è sembrato carino. Piacerà ai bambini perché le espressioni facciali del protagonista (l’ape Barry B. Benson), la sua voce e gli atteggiamenti sono davvero buffi. Piacerà anche ai genitori che li accompagneranno al cinema, così come anche a fratelli, sorelle, nonni, nozze, zii, ecc. E’ un film per tutti. Si dice così, no?
A dirla tutta però, l’idea non è originalissima. In “Z la formica” (Antz) avevamo già visto un insetto che cerca di sottrarsi alla vita che la natura gli ha destinato. Un esserino che cerca di emergere dalla propria condizione di insetto, di elevarsi a qualcosa di più, qualcosa diverso. Qui più o meno si battono gli stessi temi. Ora che ci penso, anche “A Bug’s Life” non credo differisse granché. Se nei due lungometraggi d’animazione del 1998 gli esseri antropomorfi rappresentati erano formiche, in questo caso si tratta di api. Ma la sostanza non cambia.
SPOILER. Una giovane ape di nome Barry B. Benson (maschio nonostante abbia il pungiglione), terminato il college, viene indirizzato verso il mondo del lavoro. Deve cioè scegliere cosa fare da grande. Gli si offrono 3000 diversi tipi di impieghi nel grande favo/industria che produce miele ma non sa cosa scegliere. Non si sente pronto per iniziare un lavoro che farà per il resto dei suoi giorni. La vita che gli si para davanti gli sembra terribilmente asfissiante: lo stesso lavoro tutti i giorni, sempre uguale, sino all’ultimo. Non ci sta. Sente che prima deve conoscere il mondo.
E’ curioso e ha sete di conoscenza. Che fare allora? Riesce ad imboscarsi in una pattuglia che si avventura fuori dal favo alla ricerca di nettare dalle piante. Là fuori, nel mondo vero, gli capitano diverse disavventure tra cui quella di imbattersi in alcuni esseri umani. Nel momento di estremo pericolo, una ragazza (Vanessa Bloom) gli salva la vita. Diventeranno ovviamente amici, con grande disappunto della comunità delle api e della stessa famiglia di Barry.
E’ una dinamica vista e rivista più volte: famiglie diverse, mondi diversi, amicizie, convivenze e apparentamenti apparentemente incociliabili che però riescono grazie alla forza dell’amicizia/amore (nel senso più ampio del termine). In altre parole sto parlando di sentimenti, quelli grandi, con la ‘S’ maiuscola. Non c’è alcun riferimento malizioso o sessuale tra la ragazza e l’ape, nonostante si capisca che si piacciono e che stanno bene insieme. Sono un maschio ed una femmina, entrambi in età giovane. Basterebbe fare 2 + 2 ma non lo si fa.
Ok. Ma andiamo oltre. Ciò che non mi va giù di questa pellicola è il sottotesto. Ricordate il poster dela scimmia nel cartone “Futurama”? Diceva: “You Gotta Do What You Gotta Do”. Tradotto sarebbe: “Bisogna fare quello che bisogna fare”. L’etica propinata in “Bee Movie” è più che Calvinista. E’ di un reazionario esasperato. C’è appena un accenno di ribellione nella scelta dell’ape giovane che non vuole rigare dritto, che non vuole sottomettersi al destino che la sua comunità gli ha riservato sin dal momento in cui è nato.
SPOILER. Eppure a fine film l’emergenza ‘ribellione’ rientra. Tutto ritorna nei binari, come prestabilito. Anzi. Quello che prima rischia di diventare reietto finisce poi per diventare addirittura l’eroe del Mondo. Salva il Pianeta dall’estinzione dell’intera fauna, sebbene sia stato egli stesso, con la battaglia anti-miele, a metterlo in grave pericolo.
C’è anche lo sfottò delle multinazionali, delle grandi lobby americane che hanno degli avvocati avvoltoi. Ma tutto ciò mi sembra un po’ pretestuoso. Sapete come funziona, no? Li si prende in giro, si fa lo sberleffo, per renderli più simpatici.
Cosa salvare?
1. Una scena che cita il film “Il laureato”. Vediamo il protagonista in piscina, noiosamente sdraiato su di un materassino, che per evitare le noiose discussioni sul proprio avvenire con in genitori, si lascia cadere in acqua come un corpo morto, senza nemmeno togliersi gli occhiali da sole.
2. Una manciata di battute che spero non vengano storpiate nell’edizione italiana. Come, ad esempio, la frase ironice della zanzara, che a fine film appare nei panni di un avvocato e dice qualcosa tipo “Sono sempre stata un parassita che succhia sangue, mi mancava solo la valigetta”.
3. La voce di Renée Zellweger. E’ stranamente dolce. Se non la vedi sullo schermo ma senti solo la sua voce riesci quasi ad apprezzarla di più. Cosa questa che ovviamente non potrete rilevare nell’edizione italiana.
4. La realizzazione grafica. Anche se continuo a preferire i film della Pixar, devo ammettere che dal punto di vista della resa grafica 3D la DreamWorks ce la sta mettendo tutta. Sotto quest’aspetto non c’è nulla di cui ci si possa lamentare. Siamo su livelli tecnici di altissima qualità. Tanto di cappello.
5. Il gioco di parole del titolo: ‘Bee Movie’ = ‘B Movie’ ossia ‘film dell’ape’ ma anche ‘cinema di serie B’.
6. La parodie di Ray Liotta e di Sting. Semplicemente meravigliose.
7. Il pressbook esagonale che potete vedere qui sotto.

Bee Movie pressbook

Il film uscirà nelle sale cinematografiche italiane il 21 Dicembre, distribuito dalla Universal Pictures.

La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.
Il mirror post su ScreenWeek Weblog.