Waitress – Ricette d’amore
(Waitress)
di Adrienne Shelly (USA, 2007)
con Keri Russell, Nathan Fillion,
Cheryl Hines, Adrienne Shelly,
Jeremy Sisto, Andy Griffith,
Eddie Jemison, Lew Temple,
Darby Stanchfield, Lauri Johnson,
Sulla carta questa sarebbe una commedia ma non vi nascondo che, al suo interno, presenta diverse situazioni particolarmente drammatiche, tanto che in più momenti sono stato sul punto di commuovermi – dico sul serio.
La storia è quella di tre cameriere che lavorano in un ristorante – ricordate la vecchia serie tv dal titolo “Alice”? Un ristorante di quelli tipici americani, il Joe’s Diner, di quelli che si vedono in tv o al cinema, che hanno ancora l’aspetto di essere rimasti bloccati negli anni ’60.
La protagonista è una delle tre, una ragazza molto dolce e carina, sposata con un uomo che la tratta… da schiava, un tipaccio che (apparentemente) non la ama, che la fa lavorare per poi rubarle tutti i soldi dello stipendio perché – parole sue – «A che ti servono i soldi se ti mantengo io?» Insomma questa poveretta rimane incinta e, anziché esserne felice, inizia a deprimersi. La sofferenza però non è data solo dal fatto di ritrovarsi a mettere al mondo un figlio da una persona così arida e mostruosa, ma anche e soprattutto dal timore di una gravidanza, dal problema che agli occhi di una partoriente l’essere madre appaia come un’incognita assoluta.
Riporto qui una saliente dichiarazione di Adrienne Shelly (regista, sceneggiatrice ed attrice di questa pellicola) riguardo l’idea di avere un bambino: «Non riuscivo ad immaginare come sarebbe stata la mia vita, pensavo che sarebbe cambiata in modo così drastico che io non sarei neanche stata in grado di riconoscermi. Ero terrorizzata e non avevo mai visto questa sensazione espressa in un libro o in un film. La gente non parla di questo tipo di paure ma io so quanto sono profonde. Non se ne discute ed è quasi una bestemmia dire che diventare madre è qualcosa di spaventoso. Così volevo scrivere un film su questi timori e dar loro voce […]». E la Shelly non lo dice tanto per dire, ma con cognizione di causa, dal momento che questa storia l’ha scritta proprio quando era all’ottavo mese, incinta del suo primo figlio.
Ecco, questo è stato uno degli aspetti che più mi è piaciuto di “Waitress”. Cose che non ha mai raccontato nessuno prima le trovi qui. Si chiama originalità.
Tornando alla storia, aggiungo che la protagonista trova una ragione di vita quando s’innammora del suo nuovo ginecologo. Non sono cose semplici, intendiamoci, il senso di frustrazione sarà alto in quanto la sua moralità ed i sensi di colpa la perseguiteranno a lungo, però le cose andranno avanti ed uno spiraglio di luce gli si parerà davanti. Non vado oltre, ovviamente, per non eccedere con gli spoiler e rischiare di rovinarvi il piacere di godervi questa pellicola.
Keri Russell, la protagonista, è molto bella. L’ho già detto? Allora lo ripeto. E’ molto dolce e bella. Una faccia così non può che suscitare sentimenti di benevolenza. Soprattutto nel pubblico maschile – anche se forse sarà poco presente in sala. Nel pubblico femminile forse farà un po’ invidia. Ma non importa. Rimane bella. E brava. Le vengono benissimo le parti in cui la si vede sognare ad occhi chiusi, concentrarsi sulle sue torte, e quelle in cui mostra un cipiglio notevole.
Ah, ecco. Dimenticavo di dirvi che in questo film le torte sono centrali. Fanno da perno a tutta la trama. Il cibo, e in particolare le ‘cakes’, sono ciò che lega il passato ed il futuro della protagonista. Il rapporto con sua madre ed il tanto agognato futuro, fatto di libertà dal marito opprimente. Spesso si vede Jenna con gli occhi chiusi, tutta intenta a pensare/creare/inventare una nuova torta: dolce, salata, quiche o crostata che sia. Un esempio? Torta ‘il bambino piange come un dannato nel cuore della notte e rovina la mia vita’, ossia torta al formaggio stile New York, con delle noci pecan spruzzate e con il brandy e la noce moscata.
Jeremy Sisto risulta credibile come marito-padrone, come uomo truce e rude, privo di sensibilità e moderazione. Però, lasciatemelo dire, qui si eccede un po’ con il luogo comune dell’uomo marcio fin nelle ossa che fa da contraltare al fusto belloccio, perfettino, di buon partito, ricco, dolce, sensibile e desideroso d’affetto. In media res stat virtus, non dimentichiamolo mai. E poi Nathan Fillion nei panni dell’uomo ideale non sfigura… ma la faccia del bamba gli rimane!
Premio simpatia a Andy Griffith. Ricordate il detective Matlock, protagonista dall’omonima serie tv? Bene: è lui e… sì: è ancora vivo. Qui lo vediamo nei panni di Old Joe, il proprietario del locale, un vecchio dal cuore d’oro che fa di tutto per risultare scontroso e scorbutico.
Cheryl Hines, la cameriera Becky, è perfetta nel ruolo della donna scafata, di quelle quarantenni (e passa) che, seppur non piacenti, puntano tutto sul sex appeal, disilluse dalla vita e disposte a combattere con in denti per accaparrarsi gli ultimi bagliori di felicità che la vita concede loro.
Eddie Jamison l’abbiamo già visto negli undici del film Ocean’s Eleven. Qui fa la parte di un revisore dei conti, provetto poeta, molto buffo e tontolone. S’innammora della cameriera Dawn.
Di Adrienne Shelly che dire? La guardi per tutto il film e non sai che lei – che del film è regista, attrice, sceneggiatrice, creatrice, madre, deus ex machina – non è riuscita a vedere il suo sogno realizzarsi. Infatti è morta nel Novembre 2006, poco dopo aver ultimato la lavorazione del film che, invece, è arrivato al Sundance Film Festival solo nel gennaio 2007. Un vero peccato. A pensarci ti si spezza il cuore.
Nota di merito sulla colonna sonora: nel momento in cui la vita della protagonista arriva ad una svolta, quando cioè dalle tenebre si passa alla luce, in sottofondo con volume bello alto si sente suonare un brano molto carino: ‘Short Shirt/Long Jacket’ dei Cake.
Il film Waitress arriverà nelle sale cinematografiche italiane venerdì 19 Ottobre, distribuito dalla 20th Century Fox.
La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.
Mirror su ScreenWeek Weblog.
Molto bella questa recensione, che condivido!
Anche io ho trovato interessante ed originale il modo con cui è stato affrontato il tema della maternità e anche a me è venuto in mente “Alice”! ^^
La Russell è un sogno continuo: è da tenere d’occhio!
Un saluto
Grazie di cuore. Questo è il tipo di commenti che fa sempre piacere ricevere.
Sì, l’ho visto il film. Mi è piaciuto un casino…e le torte: che meraviglia!
Anche a me è piaciuto. :)