Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto
di Elio Petri (Italia, 1969)
con Gian Maria Volontè, Florinda Bolkan,
Gianni Santuccio, Sergio Tramonti, Aldo Rendine,
Arturo Dominici, Orazio Orlando, Filippo De Gara,
Vittorio Duse, Vincenzo Falanga, Aleka Paizi,
Massimo Foschi, Salvo Randone
Durante un amplesso un commissario (il capo della Squadra Omicidi di Roma) sgozza la sua amante con una lametta. Non si preoccupa di occultare le prove anzi fa tutto il possibile per lasciare degli indizi che portino direttamente a lui come un filo della sua cravatta azzurra tre le dita del cadavere, impronte digitali su decine di oggetti, impronte di scarpe insanguinate sul pavimento ecc. Arriva persino a farsi vedere da un inquilino del palazzo mentre abbandona la casa. Tornato in questura festeggia con i suoi colleghi e subalterni una promozione a capo del cosiddetto ‘ufficio politico’ della polizia. In seguito seguirà da vicino l’indagine sull’omicidio e farà di tutto per portare i suoi colleghi sulla giusta traccia, ossia per auto incrinarsi – seppur con qualche apparente tentennamento. La sua idea è dimostrare che la posizione di potere che ricopre non può permettergli di essere riconosciuto colpevole poiché – come dice il titolo – lui è un cittadino al di sopra di ogni sospetto.
Non vi svelo la fine che è abbastanza interessante, anche se l’estremo codino mi è sembrato un po’ superfluo. Mi limito a sottolineare la pesante polemica di Elio Petri con le forze dell’ordine, la catena di comando, la corruzione all’interno di alcuni corpi investigativi, il cameratismo, il potere che dà alla testa e la sua cattiva gestione in generale. Dallo sfondo spesso emerge la situazione politica italiana di quegli anni in cui da una parte c’erano i fautori dell’ordine a tutti i costi e dall’altra gruppi di giovani studenti e operai incazzati e inneggianti alla rivoluzione.
Gian Maria Volontè fa una performance da grande attore quale era. Difatti gli fece vincere un Nastro D’argento. Fin ora non avevo mai visto un suo film. Adesso forse è meglio che vada a ripescare qualche altra pellicola che lo vede come protagonista.
Florinda Bolkan sarà anche una brava attrice (e qui lo è sul serio), ma non mi è mai piacuta come donna. Dopo aver visto questa pellicola, invece, devo ammettere che da giovane un certo fascino riusciva ad esprimerlo.
Da segnalare anche Salvo Randone nella parte dell’idraulico che, da semplice passante, si ritrova nei guai con la giustizia e Massimo Foschi nel ruolo del marito omosessuale della vittima che viene sottoposto ad un interrogatorio denigrante.
Le musiche sono state scritte dal M° Ennio Morricone. Il tema, in particolare, è una musichetta che è diventata poi celeberrima.
Una pietra miliare della cinematografia italiana che non potevo non vedere. Oscar 1970 per il miglior film straniero.
La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.