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Tickets

di Ermanno Olmi, Abbas Kiarostami, Ken Loach (Italia, Iran, Uk, 2005)
con Carlo Delle Piane, Valeria Bruni Tedeschi,
Silvana De Santis, Filippo Trojano, Martin Compston,
William Ruane, Gary Maitland, Klajdi Qorraj,
Blerta Cahani, Danilo Nigrelli, Marta Mangiucca,
Roberto Nobile, Mauro Pirovano, Carolina Benvenga

Un film che non consiglierei a nessuno. Nel vederlo mi sono anche addormentato. Il fatto che ero molto stanco – questa volta non è un’attenuante.
Su “Tickets” ci hanno messo mano tre registi osannati dalla critica, tre cosiddetti maestri, ma non mi sembra che abbiano realizzato un capolavoro. Anzi.
L’ambientazione è comune: i vagoni di un treno che attraversa da nord a sud l’Italia settentrionale, partendo dalla Germania (credo) o comunque da un paese del centro Europa.
Le storie sono tre. Nella prima un anziano farmacologo (già nonno) sogna ad occhi aperti e scrive nella mente una ipotetica email (che non spedirà mai) ad una donna che gli ha offerto aiuto durante la sua trasferta all’estero, una perfetta sconosciuta di bell’aspetto che si è comunque mostrata molto gentile e disponibile, persino nel organizzargli il viaggio di ritorno ed accompagnarlo in stazione per prendere il treno.
La seconda storia è quella di un venticinquenne, arroulato per il servizio civile, che accompagna un’anziana signora alla commemorazione per la morte di suo marito generale. Finirà per mandarla a quel paese ed abbandonarla al suo destino quando questa si dimostrerà esigente, scontrosa e sfacciata.
La terza storia è quella di tre scozzesi decisi a raggiungere Roma per assistere ad una partita di calcio valevole per la Champions League: Celtic contro A. S. Roma. Sul treno offriranno dei sandwich ad una famiglia di albanesi affamati. Il più piccolo degli immigrati, però, ruberà uno dei tre biglietti dei ragazzi scozzesi per evitare grane alla sua famiglia. Scoperto il furto, e dopo un lungo parapiglia tra albanesi, scozzesi e passeggeri, i tre ragazzi finiranno per commuoversi e lasciare che la disperata famiglia riesca a raggiungere la stazione di Roma Termini senza ulteriori problemi. Così facendo saranno loro a rischiare il carcere ma sapranno comunque cavarsela.
Dimenticandoci i registi, vi lascio con due note veloci sugli attori: più vedo film con Carlo Delle Piane, più mi accorgo che fa sempre lo stesso personaggio. Bravo, per carità! Ma non sarebbe ora di proporgli… chessò… una commedia, un film di fantascienza, un horror, un giallo, un noir… Insomma qualcosa di diverso! Anche questa volta, pur slegatosi da Pupi Avati, finisce per recitare come fosse in “Festa di laurea”!
Valeria Bruni Tedeschi non è bella. Lo dico qui e non voglio ripeterlo né discuterne. Mi è sembrata però adeguata per il ruolo che le è stato affidato. Non ci voleva una donna bellissima, né sexy. Non ci voleva una giovane, né una cialtrona. Ci voleva semplicità, modestia, soavi sorrisi e capacità di recitare davanti alla camera anche senza aprire bocca. Merita perciò un 9. Pieno. Ha saputo fare tutto quello che il ruolo richiedeva. Alla perfezione.
Un applauso anche ai tre giovani supporters dei Celtic. Credibilissimi. Bravo chi ha fatto il casting. A volte non basta una maglietta della squadra del cuore a fare un tifoso. Ma qui mi è sembrato che il loro accento fosse perfettamente scozzese, così come il lessico era proprio quello da working class.
Attenzione alla ragazza che interpeta la giovane donna albanese. E’ carina. Niente di eccezionale. Ma credo che possa piacere.

La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.