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Blow Up

di Michelangelo Antonioni (Italia, Uk, 1966)
con David Hemmings, Vanessa Redgrave,
Peter Bowles, Sarah Miles, John Castle, Jane Birkin,
Gillian Hills, Harry Hutchinson, Veruschka von Lehndorff,
Peggy Moffit, Jill Kennington, Rosaleen Murray,
Ann Norman, Melanie Hampshire, The Yardbirds,
Reg Wilkins, Susan Broderick, Tsai Chin

La visione di questo film era in programma da mesi – per non dire anni. In casa gira una copia in DVD originale, in lingua inglese. Mi ero ripromesso di vederlo. Poi una decina di giorni fa mi accorgo che lo danno in tv. Lo registro con Faucet, lo scarico, lo converto, lo metto sul mio Zen Vision M e lo guardo collegando il dispositivo al mio vecchio caro televisore Philips Matchline del 1986. Il fatto che il riverito regista ottuagenario sia morto qualche settimana fa, dunque, per me è solo un caso. O quasi.
Un motivo per vedere questo film: se vi piacciono più le immagini delle parole, più la fotografia dei dialoghi. Se amate il cinema che racconta con i colori più che con le frasi.
Un altro valido motivo: la pellicola è piena di belle ragazze. Di giovani la cui silhouette, il cui stile, le cui movenze, il cui aspetto in generale, ricorda Twiggy e tutta l’estetica glamour della Swinging London degli anni ’60.
Un motivo per non vedere questo film: se, come me, badate più alla sostanza che alla forma. Se quando vi raccontano una storia vi aspettate che poi finiscano di raccontarvela.
Blow Up mi è sembrato a tratti un esercizio stilistico in cui il regista se ne sbatte della storia. Peccato perché il soggetto – tratto dal racconto “La bava del diavolo” di Julio Cortazar – era davvero interessante: un fotografo assiste involontariamente ad un omicidio mentre fa degli scatti clandestini ad una coppia che amoreggia in un parco di Londra.
Mi era sembrato di riconoscere Jane Birkin tra le giovani ragazze che si vanno a proporre come modella al fotografo bohemiene. Ed evidentemente ci ho preso. Ai tempi era davvero molto carina.
Le musiche ye-ye sono di Mr. Herbie Hankcock. Della scena in cui gli Yardbirds spaccano chitarre sul palco mentre suonano “Stroll On” e creano una rissa di origine fanatica nel pubblico non ho capito se vuol essere più simbolica, documentaria o polemica.
Nota del film che fa pensare: tra gli sceneggiatori, a parte lo stesso Antonioni, c’è anche Tonino “Ottimismo” Guerra.
Nota grafica: della locandina di questo film ne esistono diverse versioni. A parte quella che vedete qui sopra, ne esiste anche una orizzontale in verde, una a sfondo giallo con titolo in blu, una con un effetto nel titolo, una multicolore con fotografo e modella in posa differente, una con fondo rosso, effetto grafico e modella in posa replicata tre volte.
Il dialogo del film che rimane: party ultra-tragressivo. Il protagonista incontra per caso una modella completamente fatta e gli chiede: «Ma tu non dovevi essere a Parigi?» Lei prontamente risponde: «Ma io sono a Parigi!»

La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.