Telefoni bianchi
di Dino Risi (Italia, 1976)
con Agostina Belli, Cochi Ponzoni,
Vittorio Gassman, Renato Pozzetto,
Ugo Tognazzi, Dino Baldazzi, Alvro Vitali,
Eleonora Morana, Maurizio Arena,
Lino Toffolo, William Berger
Commedia agrodolce ambientata negli anni del fascismo. Storia di Marcella (Agostina Belli), una giovane servetta venenziana di Conegliano Veneto che nutre aspirazioni artistiche. Da inserviente in uno dei prestigiosi hotel della Laguna vede passare tutte le star del cinema dell’epoca (la cosiddetta epoca dei telefoni bianchi) giunte a Venezia per il Festival del Cinema e le invidia. Raggirando il suo fidanzato (Cochi Ponzoni) si fa portare a Roma per sposarsi con un rito fascista di gruppo. In realtà vuole contattare un tipo (Maurizio Arena) che a Venezia le ha promesso di farla lavorare nel dorato mondo del Cinema in cambio di favori sessuali. Il matrimonio andrà a monte. Il promesso sposo si opporrà alla cosa e per punizione verrà mandato in guerra in Africa da un gerarca fascista (Renato Pozzetto). Lo stesso gerarca che prenderà in casa la giovane come concubina e che finirà per costringerla a prostituirsi in una casa di tolleranza gestita dalla sua vecchia madre. Da qui Marcella fuggirà dopo un fortuito ma doloroso incontro con il suo fidanzato. Si metterà con un giovane compositore (Lino Toffolo) che le darà la possibilità di diventare una voce importante, seppur in un piccolo coro. Il passo successivo sarà conoscere il Duce in persona (Dino Baldazzi), diventarne amante e quindi entrare in maniera coatta – grazie alla più alta raccomandazione possibile – nell’industria cinematografica romana. A Cinecittà durante i ciak del suo primo film incontrerà e si innammorerà del suo attore-idolo, tale Franco Denza (Vittorio Gasmann). Questo sarà il passo decisivo che la porterà di fatto nei salotti bene della Capitale. Riuscirà a farsi un nome e a sorpassare in popolarità persino il suo compagno ed amante (ex idolo). Almeno fino al giorno dell’armistizio del generare Badoglio, dopo il quale il popolo le si rivolterà contro, distruggendo la sua lussuosa casa e costringendola a dirigersi povera verso Venezia. Tutto sommato, pur rischiando molto, riuscirà a raggiungere con mezzi di fortuna la casa dei suoi vecchi genitori.
Agostina Belli da giovane era stupenda. Due occhi chiari ed un viso dolce che facevano innamorare di primo acchitto. Recita benissimo. Non è la solita bella faccia messa nel ruolo principale per motivi diversi dalla bravura. E’ la protagonista indiscussa del film. Voto 9. Gassman è magnifico nel alternare atteggiamenti da gran viveur, che ridicolizzano le star di quell’epoca, a momenti di profondo dramma che suscitano pietismo puro. Genio della recitazione. 9 anche per lui. Se Pozzetto nelle vesti del gerarca idiota che bestemmia continuamente in romano è ridicolo, Cochi fa molta tenerezza, non solo per il ruolo da sfigato che gli hanno affidato ma anche per le espressioni da cane bastonato che riesce a mettersi in faccia. Due maschere che hanno saputo adattare la loro comicità alle esigenze di questo film pseudo-storico. Bravi. Voto 7. Tognazzi sta sulla scena per 10 minuti appena ma la riempie con la sua presenza. Per un attimo pare quasi che offuschi la protagonista. I ruoli di uomini semplici, come ad esempio del settentrionali campagnolo, gli sono sempre riusciti alla grande. Qui fa la parte di un mercante che fa la spola tra Ferrara (la sua città) e Roma. Interpreta magnificamente uno sciacallo, un figlio di puttana che sfrutta qualsiasi situazione per ottenere un tornaconto personale. Arriva persino a svuotare delle casse da morto per impossessarsene, a cavare i denti d’oro dai corpi dei defunti e a svendere una famigliola di ebrei ad un accampamento nazista in cambio di (in questo caso vilissimo) denaro. Lino Toffolo è simpaticissimo nel ruolo del compositore mammone, aiutato forse anche dalle buffe canzonette del regime che gli mettono in bocca. Le musiche (quelle originali) sono composte dal M° Armando Trovajoli.
Qui potete vedere la locandina dell’edizione francese denominata "La carrere d’une femme de chambre".
La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.