Signori il delitto è servito

Signori, il delitto è servito
(Clue)

di Jonathan Lynn (Usa, 1985)
con Tim Curry, Eileen Brennan, Martin Mull,
Madeline Kahn, Christopher Lloyd, Lee Ving, Bill Henderson,
Michael McKean, Colleen Camp, Lesley Ann Warren

Commedia a sfondo giallo liberamente ispirata al gioco da tavolo “Cluedo” da cui trae il titolo originale (Clue). Ho visto questo film un paio di volte da ragazzo. Ricordo di averlo amato molto e ammetto che, rivendendolo, ho provato la stessa sensazione. È un film leggero, simpatico, con diverse gag di tipo linguistico (sono quasi sicuro che si apprezzano maggiormente in lingua originale) e di tipo slapstick (cadute, scivolate, bicchieri versati addosso alla gente, ecc.)
La trama è semplice in partenza, ma si complica sul finale. Anzi sui finali, che sono 3 differenti e proposti l’uno di seguito all’altro. Sei personaggi molto bizzarri vengono invitati in gran segreto ad una cena in una villa isolata nella campagna del New England. Tutti partecipano alla serata con un soprannome per non svelare la loro identità. Nessuno comunque sa chi sia il padrone di casa che ha spedito gli inviti. Alcuni di essi fingono addirittura di non conoscersi tra loro. Ben presto si scoprirà che tutti gli invitati sono ricattati dal colui che li ha convocati. Ma questo è solo l’inzio di una spaventosa avventura tra le mura di questa magione in stile inglese.
Clue è una pellicola che si basa quasi esclusivamente sulla bravura degli attori e sulla coralità della loro interpretazione. Su tutti spicca quel gran istrione che è Tim Curry; è lui a dominare la scena e a tessere le fila del gioco. Interpreta Wadsworth, il maggiordomo un po’ deus ex-machina. Spassosissima la lunga sequenza in cui riassume l’intera storia correndo come un forsennato da una parte all’altra della casa, mentre racconta e mima gli eventi. Buone anche le performance di Christopher Lloyd (ricodate il Doc di Ritorno al Futuro?, beh è lui) e di Michael McKean, che qui veste i panni di un buffissimo giornalista omosessuale (Mr. Greene).
Non sfigurano nemmeno gli altri attori, che definire comprimari è un po’ riduttivo: Madeline Kahn (Ms. White, la pallida e tetra vedova), Lesley Ann Warren (la svampita entreneuse), Eileen Brennan (l’anziana moglie di un senatore), Martin Mull (il colonnello baffuto), Lee Ving (il ricattatore), Colleen Camp (la giovane cameriera tanto sexy quanto piagnucolosa) e Bill Henderson (il poliziotto di colore).
Nota: la sceneggiatura è stata scritta a 4 mani dallo stesso regista e da John Landis (il papà di “Animal House”, “Una poltrona per due” e “Blues Brothers”).

La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.