Shade - Carta vincente

Shade – Carta vincente
(Shade)

di Daniel Nieman (Usa, 2003)
con
Silvester Stallone, Gabriel Byrne, Jamie Foxx,
Melanie Griffith, Thandie Newton, Stuart Towsend,
Patrick Bauchau, Hal Holbrook, Dina Merrill,
Roger Guenveur Smith, Mark Boone Junior

Che dire di questo film? L’ho visto solo perché trattava di poker. M’ha deluso un po’… ma non è che m’aspettassi poi granché.
I riferimenti ad altri film di poker potrebbero anche esserci. Anzi ci sono (vedi "La Stangata") ma non sono convincenti. Così come non è affatto credibile Sylverster Stallone nei panni del ‘decano’, una specie di dio del Poker.
Tutto è troppo semplice, facilitato, anche forse velocizzato. Pezzi di trama buttati lì, così, senza approfondimento, al solo fine di far progredire la storia. Non c’è intensità. Quasi quasi sembrano non crederci nemmeno gli stessi personaggi.
Vogliamo poi parlare del finale? Doppio gioco, triplo gioco, ribaltamento dell’asse amici/nemici. Potrebbe sorprendere ma è tutto già visto, già sentito, già detto. Il cinema ha già masticato e digerito storie così da tempo. Serve altro. "Shade" ci mette pochissimo a scivolare in "film di genere", senza nemmeno provarci ad essere originale. Non lo dico per cattiveria ma forse Nieman dovrebbe andare a scuola da Soderbergh che con la saga di Ocean è già arrivato al terzo capitolo e non mi sembra che abbia ancora annoiato. Neanche per un sol minuto.
Dunque giudizio completamente negativo? No. Discorso a parte va fatto per Gabriel Byrne, che io adoro sin dai tempi de "I soliti sospetti". lo qui lo trovo bravo e perciò forse sprecato per questo film. Il bel Stuart Townsend dallo sguardo beffardo (dov’è che l’ho già visto?) è perfettamente in linea con il personaggio che interpreta. Giovane scaltro, veloce di mano, solitario, affascinante. Davanti a sè ha una carriera come baro di primo livello. Molto credibile. Il migliore di questo film.
Piccola nota per Thandie Newton. Per essere bella è bella. Qui l’hanno truccata anche molto bene ma… la fatalona non fa per lei. Dovrebbe trovarsi altri ruoli. Forse è troppo minuta per recitare il ruolo del sex symbol e/o della mangia-uomini. Il fascino c’è ma si valorizza meglio in altri abiti.  
Melanie Griffith l’hanno chiamata e l’hanno messa in disparte, all’angolo. Recita sì e no 5 battute. Peraltro in duetto con Sly. Peccato. Occasione mancata di tornare in auge. Certo, sappiamo che da giovane presenziava in molti film più per merito del sex appeal che delle sue doti recitative, ma bisogna portarle pur sempre rispetto. Che diamine! Se proprio serviva una che doveva fare l’attempata pupa del boss – per di più silente – si poteva chiamare una ex-bellona qualsiasi. 

La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.