Mio fratello è figlio unico

Mio fratello è figlio unico

di Daniele Luchetti (Italia, 2007)
con
Riccardo Scamarcio, Elio Germano,
Diane Fleri, Angela Finocchiaro, Luca Zingaretti,
Anna Bonaiuto, Massimo Popolizio,
Ascanio Celestini, Alba Rohrwacher,
Claudio Botosso, Ninni Bruschetta

Finalmente un bel film italiano. I miei più sinceri complimenti a Daniele Luchetti, che tra l’altro io apprezzo sin dai tempi de “Il portaborse”. A dirla tutta apprezzo molto anche i suoi “Arriva la bufera” “La scuola” e “La settimana della sfinge”.
Un film semplice, lineare ma che fa grande presa nello spettatore. Non si ha nessuna difficoltà a riconoscersi in qualcuno dei personaggi rappresentati. C’è subito empatia. Ma non solo. La storia appassiona anche e soprattutto perché è la storia di un po’ tutti noi. L’infanzia in un seminario, la gioventù trascorsa ad bruciarsi di passione politica, i primi amori (e bollori), ecc. Sono cose queste che possono benissimo esserci capitate in prima persona o ad un nostro amico, fratello, cugino, ecc. L’Italia rappresentata da Luchetti è una Italia vera. L’Italia degli anni ’60, semplice. L’Italia dei sacrifici per chi non era proprio benestante.
Per non rovinarvi la sorpresa, qualora non aveste ancora visto il film, vi dico solo che si tratta della storia di un ragazzo di Latina e della sua formazione politica, delle sue vicende familiari e personali, dell’eterno odio/amore verso suo fratello (da cui il titolo del film).
A completare la riuscita del film ci sono le buonissime recitazioni di tutto il cast.
Partiamo da Elio Germano: protagonista assoluto. Nonostante il film venga venduto come “bi-protagonistico” (passatemi il termine), devo dire che al centro della scena c’è solo Elio Germano. Il quale recita magnificamente. Il ragazzo è cresciuto. Non è mai stato tra i miei attori preferiti. Anzi. Questa volta, però, devo ammettere che ho apprezzato tantissimo la profondità che è riuscita a dare al personaggio di Accio. Promosso a grandi voti: 9+
Anche se – si sa – le donne vanno a vedere questo film perché ci recita anche lui, Riccardo Scamarcio è solo “a latere”. Intendiamoci: recita bene, molto meglio che non in passato. Però non si avvicina nemmeno alla ricchezza del personaggio e dell’interpretazione di Germano. Lo so: è brutto fare paragoni ma tant’è. Non lo si può nascondere. E’ evidente. Bravo ma viene un po’ offuscato dalla presenza di Germano che – lo ripeto – promozionalmente è stato “venduto” meno del suo compare.
9 anche per Angela Finocchiaro che veste il ruolo della madre dei fue fratelli. Avvincenti i duetti con Elio Germano, commovente il realismo della scena di pianto finale.
Ottima prova poi per Luca Zingaretti nella parte dell’amico adulto che fa un po’ anche da padre a Accio (Elio). Un fascista di quelli apparentemente bonari, pater familiae, ecc. Uno che però, alla lunga, si rivela non diverso dagli altri ‘camerata’ più giovani. (Al plurale si dirà ‘camerati’ o ‘camerata’?)
Diane Fleri è caruccia, fa tenerezza. E’ una bella ragazza, resa ancor più interessante dal suo accento francese (con la cosiddetta ‘R’ moscia). Ma avrà davvero origini francesi? Ad ogni modo l’ho trovata adeguata. Cioè un volto giusto al posto giusto. Non bellona, non strafiga, nè svampita o invadente. Carina al punto giusto e anche simpatica. Una di cui ci si innamora in 3 secondi netti. Brava e bella.
Mi spiace che ad Anna Bonaiuto diano parti sempre moralmente molto riprovevoli. Sarà per questo suo misterioso fascino latino? Non saprei dirlo. Qui interpreta la moglie di Mario il fascistone (Zingaretti). Personaggio interessante. Non vi anticipo nulla.
Incredibilmente simile a Germano il ragazzino che ha interpretato il personaggio di Accio da bambino. Un plauso al cast e un plauso all’attore stesso che, nonostante la giovane età, ha mostrato di non essere secondo agli altri attori presenti nella pellicola.
Simpaticissimo il cameo di Ascanio Celestini nei panni di un prete indulgente. Attore da rivalutare. Ma piano piano, senza fretta.
Poche scene per Alba Rohrwacher. Fa la sorella dei due protagonisti. Niente da dichiarare.
2 piccolissime apparizioni anche per Claudio Botosso. Ricordate il commesso del film “Grandi magazzini” innamorato di Ornella Muti? Beh, è lui. Qui fa la parte di un capopolo barbuto. Simpatico.
Molto belli i brani di musica pop – rigorosamente italiani – che si sentono nelle battute finali del film. Sono sicuro che riescono a dare grandi sensazioni a chi è stato giovane durante gli anni ’60. Stupenda la versione acustica di “Amore disperato” di Nada che si sente durante i titoli di coda.
Nota: i parenti di Rino Gaetano, autore del pezzo “Mio fratello è figlio unico”, hanno concesso l’utilizzo del titolo per realizzare il film che, però, non ha alcun legame con la canzone stessa.

La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.