Thank you for smoking
di Jason Reitman (Usa, 2005)
con Aaron Eckhart, Katie Holmes, Maria Bello,
Rob Lowe, Robert Duvall, Cameron Bright, Adam Brody,
Sam Elliot, David Koechner, William H. Macy
Mi aspettavo forse qualcosa in più ma, tutto sommato, credo che questo sia un buon film. Mi è piaciuto. Mi ha divertito. Pur essendo classificato come ‘commedia’, non genera una ‘risata di pancia’, non ci si sganascia dalle risate. Piuttosto, spesso si ridacchia, si ghigna constatando la furbizia e la faccia di bronzo del protagonista, i suoi escamotage, i suoi infidi giri di parole.
Questo è un film tutto costruito intorno ai dialoghi e ai monologhi del protagonista. Una struttura portante fatta di parole che si adagia, però, e che si adatta perfettamente alle fattezze di Aaron Eckhart: protagonista assoluto. Senza la sua faccia il film non varrebbe nemmeno la metà. Ho avuto modo di apprezzare quest’attore già in “The Departed” e – devo ammetterlo – con questa pellicola si è confermato un bravissimo attore. Un personaggio di primo livello. Intravedo per lui quindi una sfavillante carriera in quel di Hollywood.
Il film narra le vicende del portavoce della lobby americana del tabacco. Un uomo che gira per tutti gli stati al fine di mantenere alta, vincente, allettante, sexy e cool l’immagine del fumo, per cercare di tenere sotto controllo la paura dilagante delle malattie legate all’abuso (e all’uso) di tabacco. Uno squalo senza scrupoli che mente sapendo di mentire. Uno che, nonostante il suo evidente ruolo ultra-negativo, riesce a risultare simpatico allo spettatore sin dalla prima scena. I temi trattati sono i più svariati (successo professionale, comunicazione fraudolenta, rapporto padre/figlio, avidità, opportunismo, sfacciataggine, rivalse, rinascita, etica del lavoro, senso di responsabilità, fiducia, l’essere di esempio, ecc.) ma comunque sembra che l’intento del regista sia tutt’altro che infondere moralismo sulla questione della pericolosità del tabacco per la salute dell’uomo.
Katie Holmes (Ms. Cruise) ha ancora troppo la faccia da bambina per interpretare il ruolo di una giornalista che usa il suo fascino per sedurre l’uomo a cui deve carpire segreti dal valore inestimabile. In questo caso il casting ha toppato. Ma forse, più che altro si è trattato di un evidente caso di nepotismo.
Simpaticissimo William H. Macy nei panni del governatore imbranato e incazzoso, uno che rosica continuamente per i successi e la visibilità del suo avversario, nascondendosi dietro una facciata di tranquillo e bonario padre di famiglia.
A Robert Duvall – vista anche l’età – ormai affidano solo ruoli da vecchio. Poco importa. Lui riesce a recitare ormai qualsiasi ruolo. A vederlo c’è solo da imparare. Il suo personaggio emana un carisma negativo: un uomo ricchissimo, molto anziano, che nonostante l’età continua a preoccuparsi che l’industria del tabacco non cada sotto gli strali del salutismo imperante.
Rob Lowe è spassoso – oltre che ridicolissimo – nei panni di un alto dirigente dell’industria del cinema che ha perso la testa per la cultura giapponese. Peccato che a lui siano state riservate solo pochissime scene.
Dite quello che volete ma secondo me Maria Bello ha grande fascino. Purtroppo qui per lei c’è solo un ruolo secondario: fa la parte di una portavoce della lobby della morte (il terzetto tabacco, alcool e armi).
Ricordate Sam Elliot? L’uomo baffuto seduto nel bar che apre e chiude il film “Il grande Lebowsky”? Beh, qui si cala benissimo nei panni del “Malboro Man”, ossia il testimonial della nota casa produttrice di sigarette, ormai malato terminale a causa di un tumore ai polmoni. Il vecchio cowboy rude e cialtrone gli riesce benissimo.
Anche se non si tratta di un esaltante capolavoro, consiglio a tutti di vedere “Thank you for smoking”. A me è piaciuto.
La scheda di Cinematografo.it e quella di MyMovies.it.
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